Dopo l’esito del referendum sulla Brexit e i referendum nazionali che hanno segnato una battuta di arresto nel processo di unificazione europea, la strada non può essere l’«appiattimento», ma la visione costituente, il «patriottismo veramente europeo» di
Alcide De Gasperi, «frutto anch’esso della visione di uno statista che aveva vissuto, e colto, nel breve volgere di mezzo secolo un cambiamento epocale».
Sergio Mattarella, reduce da un breve periodo di riposo a Selva di Val Gardena e alla vigilia del suo intervento, oggi, in apertura del Meeting di Rimini, arriva a
Pieve Tesino, il borgo natale del grande statista trentino, nell’anniversario della morte, e a settanta anni dallo storico
accordo De Gasperi-Gruber fra Italia e Austria a tutela delle reciproche minoranze. La sua è una
lectio magistralis che non cerca applausi, ma ne otterrà uno solo, molto prolungato, alla fine, da parte dei concittadini del politico trentino che numerosi sono convenuti, quasi duemila, divisi fra il salone del centro polivalente comunale dove il presidente prende la parola e l’attiguo tendone, dove è stato allestito un maxi-schermo, con altri ad attenderlo oltre le transenne solo per un saluto. Al suo ingresso in sala il coro degli alpini, che canta "La montanara" e una versione tutta particolare dell’Inno alla gioia, ci mette del suo a ricordare quali fossero le radici popolari di un uomo «mite» e «commovente» insieme, annota Mattarella, per il coraggio che dimostrò in alcuni snodi istituzionali che hanno scritto la storia del nostro Paese. Lui che «non aveva origini repubblicane e che da galantuomo, affrontò deciso e sereno la lotta contro la corona per obbedire al popolo».Una visita di rievocazione, nella quale il capo dello Stato rende omaggio anche al museo ospitato nella casa natale (accompagnato dalle
figlie dello statista Maria Romana, Cecilia e Paola) e scopre una targa in ricordo di quei giorni drammatici del giugno 1946 in cui De Gasperi, avvalendosi della Costituzione provvisoria, assunse con un celebre discorso alla radio anche i poteri transitori di capo dello Stato a colmare il vuoto istituzionale lasciato dalla monarchia sconfitta dalle urne. Ma un discorso, quello di Mattarella, proiettato anche all’oggi, a pochi giorni del vertice di Ventotene fra Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande. La decisione del referendum britannico richiede ora «un rilancio dell’integrazione e non una sorta di appiattimento sulle resistenze che hanno condotto a quel risultato negativo», ammonisce il capo dello Stato. E la strada è proprio quella tracciata da
De Gasperi, un vero e proprio «padre fondatore» dell’Europa, che avrebbe voluto una «Costituente federale europea» e puntava sin da allora a
un esercito oltre che una moneta comune. Perché se «non sono le banche o le transazioni commerciali che hanno determinato l’Unione europea, ma uomini politici e parlamenti lungimiranti», scandisce Mattarella, non potranno essere le crisi finanziarie a distruggerla, «ma soltanto la nostra miopia nel non riconoscere il bene comune». Perché, ricorda Mattarella, sfide come quelle del terrorismo, delle crisi finanziarie e delle migrazioni, «nessun Paese è in grado di affrontarle da solo».De Gasperi politico integro, integrale, ma non integralista, lo definisce Mattarella citando Maritain. Un insegnamento, il suo, in cui la fede cristiana e l’«ottimismo generato dalla fiducia nel sistema democratico» diventano tutt’uno nella risposta che diede a sua figlia suora che gli chiedeva un parere circa le previsioni apocalittiche di un filosofo reazionario.La visione di De Gasperi, ricorda Mattarella, non fu bipolare, ma «trialistica», assegnando al «centro democratico» anche la funzione di fare da argine «a una sinistra e una destra considerate anti-istituzionali». Un messaggio anche questo, che sembra rivolto alla politica di oggi, e alle spinte che attraversano il Continente come il nostro Paese. «Nel nome di De Gasperi dobbiamo tutti fare uno sforzo per ridare alla politica la dignità che le appartiene strutturalmente», dice il presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi, che ha fatto gli onori di casa, mentre le pale dell’elicottero che porterà in serata il presidente della Repubblica già verso il Grand Hotel di Rimini iniziano a volteggiare rumorosamente e il presidente dispensa gli ultimi saluti alla gente con la mano levata. Si raduna davanti al centro polivalente anche il nutrito parterre istituzionale che ha fatto da cornice all’evento, un parterre composito, proprio come nella visione dello statista trentino. Accanto ad ex dirigenti del Ppi e della Dc come Pierluigi Castagnetti e Carlo Fracanzani, ci sono l’ex presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai, il senatore democratico Giorgio Tonini, presidente della Commissione Bilancio della Camera, ma anche l’ex partigiana comunista Lidia Menapace, e - per Forza Italia - un’esponente di punta come Maria Stella Gelmini. Che tiene a marcare il territorio, nel suo versante: «Ho casa a Gardone Riviera, ma qui ero con piena convinzione, non da turista».