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«Sono trascorsi dieci anni dal rapimento in Siria di padre Paolo Dall'Oglio. Da allora nessuna notizia è stata capace di rinfocolare la speranza della sua sopravvivenza. In questo giorno che rinnova il dolore e, con esso, il ricordo di uomo generoso, che ha donato tutto se stesso alla solidarietà, al dialogo, all'aiuto di chi più è nel bisogno, desidero esprimere i sentimenti più profondi di vicinanza ai familiari e a quanti con loro condividono lo strazio dell'attesa». Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando la vicenda del missionario italiano rapito da un commando dell'Isis a Raqqa nel 2013.
«Paolo Dall'Oglio, testimone e costruttore di pace, ha fatto sì che la sua fede religiosa non si sia mai espressa come motivo di contrasto. La sua vita - ha proseguito il capo dello Stato nella nota - è sempre stata una spinta incessante a ricercare la condivisione, l'incontro, la giustizia, l'unità, in nome della persona, di ogni persona, della sua integrità, della sua inviolabile dignità. Ha sfidato pregiudizi e regimi, ha vissuto con i più poveri, ha percorso coraggiosamente i deserti e i territori dei conflitti, dell'odio, della sopraffazione, per portare speranza e umanità».
«Per quanto possano apparire inermi - ha concluso -, i testimoni di pace sono protagonisti della storia. La memoria della loro presenza e del loro passaggio va tenuta alta, ancor più in una stagione in cui le ferite della guerra insanguinano il Medio Oriente e la nostra Europa».