venerdì 2 giugno 2023
La cerimonia all'altare della Patria poi la Rivista ai Fori imperiali. All'insegna della concordia istituzionale il concerto e il ricevimento nei giardini del Quirinale oggi aperti al pubblico
Mattarella stamani ai Fori Imperiali con i presidenti di Camera e Senato

Mattarella stamani ai Fori Imperiali con i presidenti di Camera e Senato - Ansa

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In occasione della festa del 2 giugno il presidente della Repubblica ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, un messaggio: «Celebriamo oggi il 77° anniversario della nascita della Repubblica. I valori della scelta del 2 giugno 1946, trasfusi nella Carta costituzionale di cui ricordiamo i 75 anni di vita, continuano a guidarci nel cammino di un’Italia autorevole protagonista in quell’Unione Europea che abbiamo contribuito a edificare. Libertà, uguaglianza, solidarietà, rispetto dei diritti dei singoli e delle comunità sono pilastri fondamentali della nostra Carta costituzionale», rimarca Mattarella, che sottolinea il ruolo costituzionale delle nostre Forze Armate, di «contribuire alla sicurezza della nostra comunità nazionale e alla causa della pace nel mondo», con la nostra presenza nelle missioni internazionali di pace.

Mattarella indica anche di nuovo «l’orizzonte di una difesa europea realmente integrata» come «nuova sfida che attende le Forze Armate». L’Italia, ribadisce, nel conflitto ucraino è «fermamente schierata per la difesa della sua libertà, integrità territoriale e indipendenza». Temi che, insieme alla ricerca della via del dialogo, erano risuonati già ieri, prima del consueto concerto al Quirinale.

«Oggi, lavorare all'estero, non dovrebbe più rappresentare, per nessuno, una scelta obbligata - non priva di disagi e di rischi - bensì una opportunità, specialmente per i giovani, è responsabilità, della Repubblica, far si che si tratti di libera scelta», ha poi detto il presidente della Repubblica in un videomessaggio a Rai Italia, la rete per gli italiani all'estero. «Il bagaglio di esperienze, umane e professionali, maturato in altre realta', in altri Paesi, valorizza i talenti che vanno all'estero. Talenti, preziosi e apprezzati; consapevoli di come l'incontro, il confronto, il dialogo tra culture, la circolazione di idee e di concezioni diverse, sia lievito per l'avanzamento in tutti i campi», ha detto il capo dello Stato. «Si tratta di passare dalla "fuga" dei cervelli, alla - circolazione - dei talenti; alimentando un circuito, virtuoso, di capacità e di competenze».

«Assistiamo con interesse e attenzione a tentativi di individuare sentieri di dialogo per giungere alla pace», aveva detto ieri sera alla festa tenutasi sul Colle. C’è una parola che pronuncia ben cinque volte Sergio Mattarella, neI breve discorso al concerto per gli ambasciatori accreditati a Roma in occasione della festa della Repubblica, ed è la parola pace. Una pace, precisa subito, che sia «giusta» e non «raggiunta ai danni di chi è stato aggredito». Ma non è un caso che a tre giorni dal premio Paolo VI consegnatogli da papa Francesco, e dal colloquio avuto in questa occasione con il Pontefice, questo suo intervento a ridosso della festa della Repubblica sia dedicato a incoraggiare le timide, ma coraggiose, prospettive di pace che anche il Vaticano prova a percorrere. E non è un caso nemmeno il fatto che l’unico ad essere citato, nel rivolgersi ai diplomatici è l’articolo 11 della Carta in cui è scritto, lo cita per intero, che «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Un principio «attualissimo e profondamente sentito, di cui l'inaccettabile aggressione della Federazione Russa all'Ucraina rappresenta la più brutale ed evidente negazione», rimarca. «L’Italia continuerà a lavorare affinché promette Mattarella - che l’Unione europea possa essere sempre più attore capace di proiettare pace, stabilità e sviluppo a livello globale» Perché la ricerca della pace «richiede impegno e disponibilità a individuare insieme soluzioni comuni». Una vigilia della festa - complice la bella serata che si gode dalla terrazza con vista mozzafiato dei giardini del Quirinale - vissuta all’insegna della piena concordia istituzionale, presenti tutte le principali cariche istituzionali e di governo. L’altra parola che risuona più volte nel saluto di Mattarella al Corpo diplomatico è «solidarietà». Si dice «profondamente toccato», e ringrazia tutti i Paesi che la hanno dimostrata, per la «concreta solidarietà» in occasione dell’alluvione in Romagna, dove il presidente si è recato in visita martedì. Ringrazia «i mezzi di soccorso, il mondo del volontariato» che «hanno dato testimonianza della vicinanza solidale e operosa». Un «fare rete tra Stato, autonomie locali, istituzioni e componenti della società civile», scrive Mattarella nel messaggio inviato ai Prefetti. Le autorità arrivano alla spicciolata alla festa sul Colle, la più attesa, naturalmente è Giorgia Meloni, che interrompe la sua visita in Moldavia, per non mancare all’appuntamento. «Un brindisi alla Repubblica», propone la premier alzando il calice di prosecco con al fianco Mattarella e i presidenti di Camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Di «piena concordia istituzionale» fra governo e Quirinale parla Raffaele Fitto. La premier Meloni, la quale poi si intrattiene per qualche minuto con la presidente della Consulta Silvana Sciarra. Tanti i ministri, Nordio, Crosetto, Valditara, Piantedosi, Sangiuliano. Politica ma anche amenità. Salvini, lontano dalle telecamere, la butta sul calcio, e professa il suo stupore divertito - da milanese per qualche esibizione di giubilo della “sponda” avversa del tifo, nel quartiere in cui vive nella Capitale, per la sfortunata sconfitta della Roma in coppa. Ben rappresentate anche le opposizioni. C’è Elly Schlein - particolare d’obbligo - in tailleur pantalone nero, con camicia azzurra fantasia, accompagnata dalla capogruppo alla Camera Chiara Braga, mentre l’altro capogruppo, Francesco Boccia è in compagnia della consorte, volto noto della tv ormai, Nunzia De Girolamo. Fra gli artisti da segnalare un Andrea Bocelli con moglie, e Lino Banfi con figlia. Per la serie “a volte ritornano” da segnalare un Mario Draghi (molto ricercato dai presenti) e un Mario Monti, oltre all’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ora al vertice di Unicredit. Mentre in splendida forma, prodigo di saluti, si mostra Luigi Di Maio, fresco rappresentante speciale per l'Ue nel Golfo. Altrettanto appare, agli occhi del capo dello Stato, Pier Ferdinando Casini: «Ti trovo in splendida forma», così Mattarella si rivolge, con affetto, a colui il quale, per qualche ora, sembrava destinato a evitargli l’onere del secondo mandato.

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