Un simil matrimonio che, al di là dei nominalismi, differisce dall’istituto previsto dalla Costituzione solo sulle adozioni. In commissione Giustizia del Senato la relatrice Monica Cirinnà - del Pd - dopo un lungo dibattito in questi mesi sugli 8 testi e sulla petizione che propongono l’istituzione delle unioni civili fra persone dello stesso sesso, o anche solo una regolamentazione delle convivenze, all’atto di depositare un "testo unificato" compie una scelta di campo ben precisa sposando l’impostazione delle proposte più radicali.Non si tratta, beninteso, del testo adottato dalla commissione, che non ne ha ancora discusso e lo farà probabilmente martedì. E già ci sono precise prese di distanza, da parte del Ncd (che ha presentato due sue proposte) ma anche all’interno dello stesso Pd.Un gruppo di senatori democratici (Emma Fattorini, prima firmataria, il renziano Stefano Lepri, vicecapogruppo, Nicoletta Favero, Claudio Moscardelli) interviene per ricordare che c’è un disegno di legge a loro iniziativa che «prevede un nuovo negozio giuridico tra persone dello stesso sesso, senza tuttavia rinviare alla disciplina sul matrimonio». Un’impostazione del tutto diversa, che chiede di essere tenuta nel debito conto, anche perché in linea con quanto annunciato dallo stesso Matteo Renzi, che escludeva proposte in grado di ingenerare confusione fra istituti del tutto diversi. «È questa una proposta che riteniamo più capace di riconoscere i diritti delle coppie omosessuali, di tutelare l’originalità del matrimonio e di avere maggiori probabilità di essere approvata», avvertono con parole chiare i senatori del Pd.Ed ecco Ncd annunciare con il capogruppo Maurizio Sacconi che «non potrà mai condividere l’impostazione del testo Cirinnà». Lo stesso Sacconi è primo firmatario di un’altra proposta non tenuta in conto dal testo unificato. Spiega Sacconi: «Noi ribadiamo la unicità della famiglia naturale unita in matrimonio, come dispone la Costituzione, quale sola destinataria di politiche pubbliche, come la pensione di reversibilità o come il diritto all’adozione. Siamo favorevoli a una regolazione dei diritti e dei doveri dei conviventi ma non all’equiparazione alla famiglia naturale sulle politiche pubbliche».Lancia l’allarme il Forum delle Associazioni familiari. «Il nuovo testo «mostra solo piccoli interventi di chirurgia linguistica» rispetto alla versione precedente, «ma in sostanza equipara le convivenze tra persone dello stesso sesso alla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna», denuncia il presidente Francesco Belletti. Persino «con il "privilegio" di una simil-cerimonia nuziale davanti all’ufficiale di stato civile. Una regolamentazione - prosegue - affidata a un’inspiegabile delega al governo. E questo nonostante appena qualche giorno fa la Corte Costituzionale abbia ripetuto con estrema chiarezza che il matrimonio e i relativi diritti/doveri sono riservati esclusivamente all’unione tra un uomo ed una donna. È evidente - conclude Belletti - la determinazione della senatrice Cirinnà di indirizzare il dibattito della commissione su binari connotati ideologicamente in contrasto con la Costituzione».