I cittadini se ne erano accorti da tempo, i trasporti di Roma non sono degni di una Capitale europea. Ora, Ignazio Marino ha deciso: via il cda di Atac, la municipalizzata del Trasporto pubblico di Roma, via anche l’assessore ai Trasporti, il renziano Guido Improta. E la sua 'cacciata', dopo la disponibilità offerta già un mese fa, diventa un caso politico. L’annuncio di Marino in conferenza stampa dopo l’incontro con il presidente della Regione Nicola Zingaretti, proprio su rifiuti e trasporti, e la riunione di Giunta (l’ultima per Improta) per l’assestamento di bilancio. «Chiedo a Improta di formalizzare le dimissioni già annunciate, è necessario immediatamente cambiare rotta e fare l’ammissione che è insufficiente il lavoro fatto», dice il sindaco. «Ho anche deciso di cambiare il cda di Atac dando mandato al direttore generale Micheli di rinnovare profondamente il management aziendale, allontanando i dirigenti inefficienti». Poi le scuse. Per i disastri di questi giorni sulle metropolitane, fra scioperi bianchi e disservizi, guasti e risse, turisti increduli e macchinisti aggrediti, caos e malori. «Mi scuso per questi disagi inaccettabili». Ed ecco l’annuncio della ricerca di una partnership privata per cercare di estirpare il gran bubbone di Atac, mossa decisa di comune accordo col presidente della Regione, anticipando l’obbligo di non gestione in proprio del servizio dal 2019. Prevista poi una nuova ricapitalizzazione per ripianare il buco di Atac che sfiora i 200 milioni di «ci siamo fatti carico con l’assestamento del bilancio. L’alternativa era la bancarotta», dichiara il sindaco. Dalla Regione è arrivato l’impegno a trasferire al Campidoglio entro il 30 settembre 2015 301 milioni di «vecchi contributi che le destre negli scorsi anni avevano negato», sottolinea Marino, rimarcando ancora una volta la drammatica situazione ereditata dalla gestione Alemanno. Dura la replica di Improta: «Spiace constatare che il sindaco stia tentando in modo scorretto di accreditare il messaggio che i disagi che sta patendo la città siano responsabilità dell’assessore e del Cda di Atac, dimenticandosi le valutazioni che abbiamo condotto in questi mesi e che coinvolgono anche altri livelli istituzionali», ribatte l’assessore ai Trasporti, che ricorda la sua disponibilità a farsi da parte manifestata già il 22 giugno. Ma per Marino l’alternativa sarebbe stata «chiudere Atac, portare i libri in tribunale, mettendo a rischio lavoratori e servizio». Dal sindaco anche un appello ai cittadini a mantenere «calma e pazienza» e a credere al «cambiamento epocale» che – avverte – «non sarà così immediato». Improta però lamenta anche il modo: «Il sindaco ha avuto la possibilità di concludere in modo leale e rispettoso la nostra collaborazione comunicandomi in Giunta, o a margine di essa, di aver maturato la decisione di sostituirmi coerentemente alla situazione che io da tempo avevo a lui prospettato. Ha preferito invece abbandonare la riunione in anticipo e chiedermi a mezzo stampa le dimissioni, che ho già dato».