sabato 25 ottobre 2014
​Intervento al vetriolo di Susanna Camusso contro il governo. Che annuncia battaglia a oltranza con "scioperi articolati e anche con lo sciopero generale"Il viceministro De Vincenti: Cgil incomprensibile
Un rischio per due (di F. Riccardi)
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Una Susanna Camusso al vetriolo, scatenata contro il premier Matteo Renzi e il suo governo. Parole durissime. Un affondo continuo, pochissimi riconoscimenti. Il segretario generale della Cgil oggi, a Roma, in una piazza San Giovanni gremita seondo il sindacato da 1 milione di persone, si è presentata come l'avversario numero uno del nuovo corso del Pd. E ha annunciato battaglia a oltranza con "scioperi articolati e anche con lo sciopero generale, ma col passo giusto". Nel suo intervento Camusso ha criticato il governo a ripetizione, rivolgendosi più volte direttamente al presidente del Consiglio: "Non può illudersi - ha detto in un passaggio - che basterà chiedere la fiducia in Parlamento"; il sindacato continuerà nella mobilitazione per rivendicare le ragioni del lavoro. "Sul lavoro si giocano i destini di tutti noi, ma anche quello del governo", ha osservato, "senza il lavoro non si cambia ma si arretra". Camusso ha contestato la mancanza di coraggio dell'esecutivo nella politica fiscale, nella lotta all'evasione e alla corruzione. Ha messo in luce l'aumentare della disuguaglianza nel paese e chiesto maggiori tasse sulle grandi ricchezze. Ha richiamato il premier "a non dire in Europa cose che non fa poi in Italia". Se vuole realmente il cambiamento deve iniziare dal Paese, con investimenti per lo sviluppo, l'educazione, l'innovazione. Il modello non può essere quello della riduzione del costo del lavoro e del taglio dei diritti: "Licenziando non si crea occupazione". La leader della Cgilo ha poi accusato il governo di essere "incoerente laddove si rifà a una norma del governo Letta che è stata cancellata e che non ha dato risultati: non si esce dalla crisi punendo il lavoratore e rendendolo più povero". E ha criticato la delega sul lavoro per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali dal momento che mancano le risorse per estenderli come si dice di voler fare; anche sull'indennità di disoccupazione ha rilevato che la noma così com'è previsto finirà per escludere tanti lavoratori. Quindi ha ribadito le critiche all'operazione del Tfr, fatta per ricavare due miliardi di nuove tasse. Se il governo vuole realmente intervenire per ridurre la precarietà del lavoro dovrebbe abolire tutte le varie forme di contratti esistenti, ma questo non è previsto nella legge delega. Camusso ha infine difeso il sindacato dalle critiche del premier: "La smetta davvero di dire che sarebbero i lavoratori e i sindacati a bloccare il Paese". "Non abbiamo bisogno che ce lo dica il presidente del Consiglio che abbiamo molto da fare" ma il sindacato è pronto a lottare per dare un futuro al Paese. Per il futuro dell'Italia, secondo i principi della Costituzione, stando cioè dalla parte di chi è più debole.
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