Fino allo scorso anno la classifica sulla libertà di stampa redatta da Reporters sans frontieres aveva offerto a Beppe Grillo un’arma verbale carica da puntare alla tempia di avversari politici e giornalisti sgraditi. L’ultimo ranking dell’organizzazione pubblicato ieri, però, è diventato un boomerang per il leader pentastellato, che si è visto annoverato tra le possibili cause che ancora tengono il nostro Paese al di sotto di un livello più consono alle grandi democrazie occidentali.
In realtà la classifica segna un netto recupero della nostra libertà d’informazione, passata in un solo anno dal 77esimo posto al 52esimo. Un risultato notevole tenuto conto del quadro globale dipinto da Rsf, secondo cui la «libertà di stampa del mondo non è mai stata così minacciata».
La rimonta italiana sarebbe dovuta all’assoluzione di diversi giornalisti tra cui, e il rapporto li cita esplicitamente, Nuzzi e Fittipaldi per il caso Vatileaks (che tuttavia sono stati processati in Vaticano). Comunque sia, l’Italia «continua ad essere uno dei paesi europei dove i giornalisti subiscono più minacce». Soprattutto, però, ci sono «alcuni responsabili politici, come Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle, che non esitano a comunicare pubblicamente l’identità dei giornalisti che gli danno fastidio».
Il garante del Movimento non ha gradito le accuse e dopo aver letto il suo nome nel rapporto è passato subito al contrattacco con un post fiume sul suo blog: «Cari reporter senza frontiere, denunciare un fatto e chiedere una smentita alle notizie false non può essere considerata un’intimidazione», ha scritto il leader pentastellato, secondo cui il cambio di posto in classifica è stato il frutto delle sollecitazioni dei direttori dei giornali sotto attacco del Movimento.
Il testo testo ha offerto l’assist a diversi esponenti del Pd, bersaglio preferito di Grillo, che hanno colto la palla al balzo attaccando il garante: «Liste di proscrizione, gogne sui social, intimidazioni, servizi di "Nik il nero", fake news. Grillo pensava davvero di essere un campione della libertà di stampa? - si è chiesto ironico il dem Andrea Marcucci -. Il Movimento 5 Stelle preoccupa e se ne stanno accorgendo anche a livello internazionale». «Nel rapporto di Rsf - ha accusato Ettore Rosato - l’Italia guadagna ben 25 posizioni nella classifica. Una buona notizia. Purtroppo non stupisce che tra i problemi rilevati nel nostro Paese ci siano Beppe Grillo e il M5S. Noi lo denunciamo da tempo».