sabato 3 giugno 2017
Sono 780 le proposte di modifica che verranno vagliate oggi (a partire dalle 14:30). Obbiettivo: trasformare il Rosatellum nel sistema tedesco all'italiana venuto fuori dagli accordi tra i partiti.
 Commissione al voto sugli emendamenti
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La settimana di trattative appena trascorsa ha prodotto 780 emendamenti al testo sul sistema elettorale di Ettore Rosato (Pd). Le proposte di modifica verranno votate in Commissione Affari Costituzionali della Camera a partire dalle 14 e 30 di oggi pomeriggio. Ai 417 già presentati nei giorni scorsi si sono aggiunti 363 subemendamenti alla modifica avanzata da Emanuele Fiano. Ad annunciarlo su Twitter, il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Andrea Mazziotti.

Nel frattempo, dopo i malumori della base e di alcuni portavoce, i big del Movimento 5 Stelle provano a tranquillizzare gli iscritti che non vedono di buon occhio l'accordo raggiunto con il Pd: «La legge elettorale si deve fare con tutto il Parlamento e solo così riusciremo a dare al Paese una legge costituzionale - spiega questa mattina Alessandro Di Battista -. Continuo a pensare che per Renzi la politica sia solo una spartizione di potere, ma abbiamo fatto votare i nostri iscritti. E quelli che sono portavoce in Parlamento devono rispettare il mandato che hanno ricevuto».

L'intesa insomma è inevitabile, tanto più se si vuole arrivare a una modifica nel più breve tempo possibile. Un concetto ribadito anche oggi dal coordinatore del Pd Lorenzo Guerini che avverte: «Abbiamo rinunciato a molte delle nostre posizioni per arrivare ad un accordo condiviso, ma è evidente che se qualcuno si dovesse sfilare saremmo costretti a trarne le conseguenze. Ovvero, senza l'accordo dei quattro gruppi più ampi non ci sarà una nuova legge. In altre parole, l'intesa è possibile solo se nessuno si sfila. Senza l'accordo i tutti noi non andiamo avanti».

Nel dibattito entra anche Matteo Renzi che prova a spazzare via le polemiche sula data del voto e sulle implicazioni per i conti pubblici: «La data delle elezioni interessa solo agli addetti ai lavori. Votare a settembre o marzo cosa cambia per i cittadini? Nulla. L'importante è non sprecare la legge di bilancio».

Intanto, però, continuano i malumori dei centristi di Alfano che non hanno gradito l'esclusione dalle trattative e la soglia di sbarramento decisa dai quattro grandi: «Alla fine sono convinta che le elezioni avverranno alla sua scadenza naturale nel 2018, come è giusto - si augura il ministro della Salute Beatrice Lorenzin -. E Mattarella, che è persona saggia, saprà intervenire al momento opportuno per evitare conseguenze serie al Paese causate da una corsa contro il tempo inspiegabile».

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