lunedì 2 aprile 2012
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​In occasione della Giornata mondiale dell’Autismo che si celebra domani, l’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma promuove un’iniziativa per sensibilizzare e informare sulla malattia insieme alla volontà di revisione delle linee guida sull’autismo, espressa da un gruppo trasversale di parlamentari e sostenuta da diverse società scientifiche, scuole e centri di riabilitazione. Quale mondo ruota intorno a questo particolare disturbo rispetto alle possibile cure? «La questione parte da molto lontano – spiega Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’IdO e psicoterapeuta dell’età evolutiva –. L’autismo è patologia ancora ignota. Nel tempo ne è stata accertata la causa genetica ma colpisce il brusco aumento di casi degli ultimi anni: oggi nasce 1 bambino autistico più o meno ogni 200. E, altro dato importante, lo spettro autistico è molto ampio, con tratti variabili, e dunque è necessaria una diagnosi univoca, fatta utilizzando gli stessi protocolli».L’intenzione, dunque, di porre un freno alla confusione e ai protocolli diversificati, spesso spacciati come miracolistici, ha portato alla petizione per rivedere le linee guida dell’Istituto superiore di sanità che si schierano soprattutto a favore del metodo "Aba", la terapia che con programmi intensivi agisce sul comportamento del paziente. «Il mondo scientifico è diviso in due per ciò che riguarda l’approccio terapeutico – chiarisce il direttore dell’IdO – perché due sono i principali metodi: quello comportamentalista e quello evolutivo integrato. Il primo si basa su tecniche di addestramento applicate per 30-40 ore alla settimana e finalizzate a modificare il comportamento. Il secondo, invece, tiene presente le tappe evolutive del bambino considerandone l’affettività e le varie fasi di maturazione».Dunque, due metodi molto diversi che riflettono l’estrema variabilità del disturbo in cui spesso il danno cerebrale è confuso con quello autistico: solo 3 bambini su 10 hanno un problema di ritardo mentale, inoltre la terapia stessa può portare alla luce capacità intellettive mascherate o dare benefici diversi a seconda del livello di gravità da cui si parte. «L’approccio evolutivo integrato – prosegue Bianchi di Castelbianco – ha come obiettivo la relazione che è l’elemento più critico nell’autismo. Gli studi ci convincono che sia la strada corretta da perseguire. L’intervento terapeutico previsto è di 6 ore a settimana, inoltre il percorso è sempre personalizzato. Ma, soprattutto, la modifica di un comportamento non è la guarigione: l’addestramento agisce per "normare" il bambino ma, così, se ne perdono le singole potenzialità».Domani, IdO e associazione "Divento Grande Onlus" presenteranno alle 10 al cinema Barberini di Roma, il film Temple Grandin. Una donna straordinaria, per ricordare la personale vicenda della scienziata autistica. «Organizziamo questo evento anche per ribadire il diritto delle famiglie di scegliere la terapia più idonea», conclude Bianchi.
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