Botta e risposta fra Beppe Grillo e l'Unione Europea sul cosiddetto "ius soli temperato", la nuova normativa sulla cittadinanza che intende venire incontro ai minori nati in Italia che vivono e studiano nel nostro Paese da almeno 5 anni. Il leader del Movimento Cinque Stelle dopo la virata che lo aveva visto criticare il provvedimento - attualmente in seconda lettura al Senato - annunciando il voto di astensione, è ritornato sull'argomento con una brusca frenata. «C’è solo una cosa da fare: fermarsi e chiedere un orientamento alla Commissione Ue, coinvolgere nel dibattito anche il Parlamento Ue e il Consiglio», è la sua proposta. «Discutere di cittadinanza - spiega Grillo - senza una concertazione a livello europeo è propaganda, è fumo negli occhi dei cittadini», sostiene. Nel post del M5S sul blog di Grillo si dice che «in tutta l’Ue la cittadinanza si acquisisce principalmente attraverso lo "ius sanguinis". In nessuno Stato europeo esiste lo "Ius soli puro"».
LA SCHEDA Cosa prevede il nuovo ddl
In realtà anche quello all'esame del Parlamento non è "puro" e, sia pur in in forme e sfumature diverse, lo "ius soli temperato" risulta essere lo strumento prevalentemente adottato dagli Stati membri dell'Unione. Ma per Grillo la soluzione che si intenderebbe adottare in Italia è un «pastrocchio». Meglio fermarsi, «la cittadinanza andrebbe regolata in maniera univoca per tutti i Paesi della Ue. Concedere la cittadinanza italiana significa concedere anche la cittadinanza europea. Un tema così delicato, che coinvolge 28 Stati membri e oltre 500 milioni di cittadini, deve essere preceduto da una discussione e una concertazione a livello europeo. Bisogna trovare regole uniformi perché la cittadinanza di un Paese dell'Unione coincide con quella europea». Ed ecco l'appello: «Il Pd lo ritiri e avvii una discussione nelle sedi istituzionali opportune».
La Commissione Ue: «Non entriamo nel gioco della politica interna»
Ma, a stretto giro, ecco la drastica risposta della Ue. I criteri per l’attribuzione della cittadinanza sono «chiaramente una competenza nazionale», replica il commissario responsabile degli Affari Interni Dimitri Avramopoulos, durante una conferenza stampa, in esplicito riferimento alle polemiche italiane e alla richiesta del M5S: «Noi non giochiamo nel campo di gioco della politica interna».
Grasso: «Non è un pastrocchio, approvazione entro l'anno»
E di fronte alla tattica ostruzionistica della Lega, culminata con un vero e proprio assalto ai banchi del governo a Palazzo Madama, c'è da registrare l'intervento del presidente del Senato Pietro Grasso. Intervistato da Un giorno da pecora, su RadioRai, ha formulato la sua previsione circa il via libera al provvedimento: «Spero sia entro l’anno», ha detto. Anche prima dell’estate? «Spero di sì», risponde, ma ha aggiunto: «Bisogna vedere come sarà approvato dal Senato».
Il riferimento di Grasso è alla possibilità che - senza ricorrere alla fiducia, come chiede ad esempio Ap, che pure assicurato voto favorevole - si possa andare a delle leggere modifiche del testo, il che richiederebbe una terza lettura alla Camera e un allungamento dei tempi. Grasso ha ricordato che sul ddl la sola Lega ha presentato per l’Aula 50 mila emendamenti, « con intenti ostruzionistici. Bisognerà superare questo ostacolo» ha spiegato. Ha precisato però di non pensare che il provvedimento sia un «pastrocchio» come sostiene Grillo, in quanto «tiene conto non solo della nascita ma anche dello ius culturae».