martedì 7 giugno 2016
Anzaldi: educazione e lotta alla povertà, il piano del governo per i minori
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​Caro direttore,giorni addietro è stata diffusa una interessante e sconvolgente ricerca Istat sulla povertà Infantile, cui Avvenire e il Corriere della Sera hanno dato ampio risalto. Un’inchiesta che parte dai dati dell’analisi e dello studio di un fenomeno di cui non sempre riusciamo a prendere piena consapevolezza e della sua devastante portata.Ormai in Italia vive più di un milione di bambini in stato di povertà assoluta che soffre la fame, non dispone di abbigliamento decoroso, vive in condizioni di sovraffollamento, o in alloggi temporanei e degradati, che non possiede giochi, non va in vacanza né in gita con la scuola. E non dimentichiamo l'altro milione di bambini in condizioni di povertà relativa, per un totale di due milioni, ossia un bambino ogni 5!!!!! Quasi la metà non ha mai letto un libro oltre a quelli di studio, il 70% non ha mai visitato un sito archeologico, il 35%  un museo, e il 45% non ha mai fatto attività sportiva.Tutto ciò diventa ancora più difficile per i bambini con genitori separati o vedovi, malati o disabili, o che appartengono ad una minoranza etnica. Nella sua analisi uno dei giornalisti più stimati del Corriere, Dario Di Vico, in maniera provocatoria, si domanda come mai questo problema non sia stato ancora risolto dal Governo, che preferirebbe concentrare la spesa sociale nelle prestazioni destinate agli anziani, relegando cosi “de facto” la spesa per l’infanzia a spesa residuale.In realtà si tratta di due aspetti dello stesso problema correlati ma non confliggenti. Non si toglie ai bambini per dare agli anziani. Il ri-orientamento della spesa sociale per i minori è un’attività molto complessa e richiede grande attenzione e sensibilità.È inesatto e ingiusto affermare o anche solo adombrare l'idea che l’attuale Governo preferisca stabilire un rapporto privilegiato con l’elettorato degli anziani, riservando all’infanzia solo briciole, concessioni, bonus, misure una tantum, e raramente investimenti e programmi duraturi.Questo è il primo Governo che mette in campo un piano contro la povertà con carattere strutturale, destinato ad agire sul lungo periodo e con risorse certe. La legge di stabilità per il 2016 ha messo a disposizione 600 milioni di euro per l'anno in corso, e 1 miliardo di euro a decorrere dal 2017. Si tratta di uno stanziamento ingente e permanente che consente finalmente al nostro Paese di porre le basi per la costruzione di una misura a carattere universale che copre tutto il territorio nazionale.È tacito come anche l’educazione abbia un ruolo strategico per contrastare il fenomeno della criminalità e garantire il “rinnovamento sociale e culturale” del Paese. Molte volte la scuola, i servizi educativi, rappresentano l’unico presidio di legalità e di futuro per i minori. Per realizzare tutto ciò sono state trovate anche nuove forme di collaborazione che arrivano ancora più in fondo al nucleo del problema e tentano di risolverlo.Nei giorni scorsi il Governo Renzi nella persona del  sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, e il presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti hanno presentato la nascita del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, il primo mai realizzato in Italia. La sua creazione è stata proposta e approvata dal Parlamento nella legge di stabilità. Tale fondo è alimentato dalle fondazioni di origine bancaria, che riceveranno un credito di imposta del 75% per i contributi destinati a finanziare progetti volti a favorire i processi educativi dei minori, e che in tal modo potrebbe attivare 400 milioni di euro in tre anni.I progetti da finanziare saranno selezionati dal Governo, dall’Acri e dal Forum nazionale del terzo settore e si baseranno su due criteri: a) territoriale, per creare luoghi educativi come scuole fuori orario e biblioteche; b) di personalizzazione dei progetti di tutoraggio per i minori in difficoltà.Pur avendone fatto la presentazione in un luogo simbolo di Roma, la Biblioteca Collina della Pace, a Borgata Finocchio, nata dal recupero di un vecchio casale confiscato nel 2004 alla Banda della Magliana, i media, e la Rai servizio pubblico in testa,  non hanno dato grande risalto all’iniziativa. Lo stesso presidente del Consiglio durante la conclusione del suo intervento all’assemblea dei gruppi parlamentari del Pd ha evidenziato con stupore lo scarso appeal di una notizia del genere, che invece avrebbe dovuto avere ben altra eco sugli organi di informazione.Il prossimo 20 giugno, inoltre, approderà in Aula a Montecitorio il Ddl recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali, che ha come obiettivo quello di ampliare le protezioni fornite dal sistema delle politiche sociali per renderlo più adeguato ai bisogni emergenti e più equo e omogeneo nell'accesso alle prestazioni.Sicuramente non basterà ma è un primo passo per la soluzione del problema. Adesso si  devono trovare delle misure di supporto per la tutela  delle famiglie, in particolare quelle con minori, collegandole con il reinserimento occupazionale. La presa in carico, infatti, comporta l'adesione a un patto con i servizi sociali volto a richiedere che i beneficiari dei sostegni si dimostrino disponibili alla ricerca attiva del lavoro, alla partecipazione a progetti di inclusione lavorativa, a garantire la frequenza scolastica dei figli minori o l'adesione a specifici percorsi eventualmente individuati dai servizi specialistici.Proprio questa dimensione integrata degli interventi da realizzare impone che i servizi sociali operino in stretto raccordo con i Centri per l'impiego, potenziando così la reciproca collaborazione. In una società come la nostra è d’obbligo assicurare a tutti i bambini - indipendentemente dalla condizione di partenza - la possibilità di accedere al mercato del lavoro, ai propri diritti di cittadinanza, per garantire loro un adeguato sviluppo professionale e soprattutto umano. Questo Governo ed il Parlamento  hanno realizzato un cambiamento senza precedenti. Ci occupiamo, e lo faremo con ancor più impegno, dei nostri bambini, e non ci interessa che non votino. E cercheremo, come proviamo a fare, di applicare il monito del Santo Padre Papa Francesco: "Il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore".* Deputato Pd, segretario della Commissione Vigilanza Rai
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