Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, con il coordinatore della gestione delle politiche sanitarie dell'Unità di Crisi, Carlo Picco - Ansa
Inizia nel peggiore dei modi, all’insegna di confusione e divisione, il lockdown per fasce predisposto dal governo. Le Regioni lo accettano fra mille mugugni e polemiche, contestando l’uso degli algoritmi alla base delle classificazioni. Ce l’hanno soprattutto con la Campania, rimasta - a sorpresa - gialla. Matteo Salvini va all’attacco: «Ho chiamato Attilio Fontana che, pensate la follia, come gli altri governatori, è stato avvisato via messaggino, con colpo di telefono, mentre il signor Conte era in televisione. Ma che modo di lavorare è? E poi parlano di collaborazione...». Roberto Speranza oggi alle 11.30 terrà un’informativa alla Camera e 13.30 interverrà alla conferenza delle Regioni che si preannuncia infuocata, a ridosso dell’entrata in vigore del primo coprifuoco: «Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle Regioni - ricorda il ministro della Salute -. È surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili», ammonisce Speranza.
Fontana, che aveva parlato di «schiaffo dal governo », ora avverte: «Non arretrerò di un passo finché il governo non avrà erogato le risorse promesse ed effettuato ristori», ricordando che le misure del governo non consentono deroghe e potranno essere riviste in caso di mutata situazione, «solo dopo almeno due settimane ». La precisazione a seguito di una levata di scudi dei sindaci del Sud-Est della Regione (Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova) a nome delle aree più bersagliate nella prima ondata, ma molto meno in questa seconda, che avrebbero preferito non essere coinvolti nella stretta imposta a livello regionale. Fontana, non potendo certo nascondere la gravità dei numeri in Lombardia, denuncia però una presunta disparità di trattamento con la Campania. Si associa nella polemica un altro governatore entrato in zona rossa, Alberto Cirio: «Non posso chiedere alle attività piemontesi di chiudere quando magari la sera accendono la televisione e vedono che altre Regioni d’Italia con situazioni gravi e difficili come la nostra riescono a continuare a condurre una vita normale».
«Accà nisciuno è fesso», dice Salvini in un napoletano molto improbabile, «sperando - aggiunge subito - di non aver storpiato questo bellissimo dialetto». Ma il presunto favoritismo a vantaggio di una Regione di centrosinistra fa a pugni con l’insoddisfazione del governatore Vincenzo De Luca che, paradossalmente, la zona rossa se l’era già inflitta da solo, chiudendo le scuole in contrasto con il governo e ora se la vede negare. Anzi, l’indice Rt migliorato, in Regione, probabilmente proprio sulla spinta della stretta avviata con anticipo da De Luca, secondo il direttore Prevenzione del dicastero della Salute Gianni Rezza sarebbe alla base della sorprendente classificazione della Campania.
«Speranza non è solo, sotto la sua firma c’è quella di tutto il governo», chiarisce il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, tornato ieri alla vita 'normale' dopo un tampone tornato negativo e un isolamento di una decina di giorni, da asintomatico.
La polemica fra Regioni scalda anche l’aula della Camera, la bagarre si accende quando la deputata dem Lia Quartapelle mette sotto accusa la gestione della Lombardia e la reazione dai banchi della Lega porta il presidente di turno Ettore Rosato a espellere dopo ripetuti richiami il deputato Igor Iezzi.
Ma è soprattutto il tema dei criteri alla base delle classificazione per le singole Regioni da alimentare le polemiche, con polemiche che affiorano sulle singole voci, circa terapie intensive campane conteggiate ma non ancora attivate, o per tentativi di cui si parla - non riusciti, evidentemente, visto che è stata inserita fra le zone rosse - per manipolare i dati della Calabria.
«Scelte su dati certi», invoca nella maggioranza anche la capo delegazione di Italia Viva Teresa Bellanova. Ma il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro difende l’oggettività dei parametri, «aggiornati quotidianamente. Poi - spiega - dall’incrocio di questi algoritmi si arriva a una matrice che colloca il contesto regionale da molto basso a molto alto. Dal 4 maggio - assicura - lavoriamo in pieno accordo con le Regioni». Si andrà ora a delle verifiche settimanali dei dati, spiega Brusaferro, che potrebbero portare a dei correttivi. Viene data per probabile una retrocessione ad arancione di alcune Regioni, fra cui Umbria e Campania (forse il Veneto), e della Provincia autonoma di Bolzano.