martedì 14 marzo 2023
L’esecutivo resta in affanno. Meloni ribadisce: «Ho la coscienza a posto». I ministri Tajani e Crosetto puntano il mirino contro la Russia e il gruppo Wagner: «Strategia chiara contro l’Italia»
 «Dietro i flussi migratori c'è Mosca». L'ipotesi di usare le navi militari

Ansa

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Governo in affanno dal punto di vista politico e comunicativo, l’Ue ancora immobile e, stando all’agenda del Consiglio Europeo della prossima settimana, paralizzata dai veti incrociati che soffocano annunci e buone intenzioni. Il flusso inesorabile di migranti non dà tregua a Roma e Bruxelles ma le ripercussioni maggiori sono senza dubbio sull’esecutivo italiano. «Ho la coscienza a posto», è costretta a ribadire la premier Giorgia Meloni intervenendo alla presentazione del nuovo libro di padre Antonio Spadaro.

Il tema è il naufragio di Cutro del 25-26 febbraio, ma è in realtà l’intera politica migratoria del governo: «Resto convinta che più persone partono e si mettono nelle mani di cinici trafficanti e più c’è il rischio che qualcosa vada storto. Sarebbe più facile mettere la testa sotto la sabbia, che siano dei mafiosi a decidere chi può arrivare da noi e che in Africa continuino a prendere piede i mercenari del Gruppo Wagner e i fondamentalisti. O che chi arriva si trovi a fare la manovalanza della criminalità organizzata o diventi vittima della prostituzione», dice la presidente del Consiglio citando quelle che chiama «misure strutturali»: fermare i trafficanti, favorire i flussi legali e «dare a chi arriva gli stessi diritti dei nostri cittadini».

Nelle parole serali di Meloni c’è l’eco della riunione svoltasi in mattinata a Palazzo Chigi con i vertici dell’intelligence, i ministri della Difesa e dell'Interno Guido Crosetto e Matteo Piantedosi e (a distanza) i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. Soprattutto sul ruolo della Wagner è evidente che, ieri mattina, gli 007 italiani abbiano mandato un “alert”. Oltre a Meloni, a parlarne con una nota ufficiale è Crosetto: «Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi africani».

Ne parla anche da Gerusalemme, a margine di un incontro con Netanyahu, il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Sull’Italia, insomma, la bomba lanciata da Mosca sarebbe quella migratoria. Ma il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, sul Telegram attacca con pesanti e irriferibili insulti lo stesso Crosetto. E dice: «Dovrebbe - il ministro della Difesa italiano, ndr - guardare meno in altre direzioni e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere.

Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo». Ciò che il governo non si aspettava è che anche le opposizioni andassero all’attacco sul ruolo di Wagner: dal Pd a M5s, passando per Avs, in sostanza il governo starebbe cercando «alibi». Aspra la polemica tra maggioranza e opposizione su direttive del passato che Piantedosi avrebbe recuperato e che ostacolerebbero i soccorsi in mare. Ma anche internamente al centrodestra il clima non è sereno: si sta infatti pensando di recuperare in Parlamento la norma che dava alle navi della Marina militare un ruolo nella sorveglianza delle acque al fine di individuare i barconi alla deriva. Roma è preoccupata per le ripercussioni interne ma anche per quanto latita il dibattito europeo. Il prossimo Consiglio Ue, dice una portavoce di Bruxelles, non produrrà «nuove conclusioni » ma una «discussione» sull’avanzamento degli impegni presi a febbraio. Insomma, nessun passo avantio concreto.

A Bruxelles si ricorda come gli Stati siano in disaccordo su molti temi, compreso il ruolo delle Ong e il coordinamento nelle attività di ricerca e salvataggio. «Parte del nostro sostegno - si spiega a Bruxelles - è rafforzare il sostegno che riguarda la capacità di gestione delle frontiere della Libia, vediamo che la Libia non ha i mezzi o potrebbe avere bisogno di un rafforzamento delle capacità ». Nuove motovedette europee alla cosiddetta “Guardia costiera” di Tripoli, insomma. Mentre oggi, al collegio dei commissari Ue, sul fronte migranti sono attesi due tipi di provvedimento. Il primo sarà una comunicazione che definisce la strategia di gestione dei confini europei (Eibm) per i prossimi 5 anni. Il secondo sarà invece una raccomandazione agli Stati membri per il mutuo riconoscimento delle decisioni di ciascun Paese sui rimpatri dei migranti sbarcati illegalmente. Nulla che cambi la situazione in mare.

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