Nel suggestivo scenario storico e artistico del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, che il sindaco Dario Nardella ha definito «la casa degli italiani almeno per due giorni», è partito da Firenze il conto alla rovescia verso l’esposizione mondiale che dal 1° maggio torna a Milano dopo 109 anni. A poco più di un mese dal taglio del nastro è stato il capoluogo toscano ad ospitare l’incontro “Italia 2015”, seconda tappa dell’“Expo delle idee' dopo quella milanese del 7 febbraio. Sul grande palco allestito nel luogo simbolo del potere civile sono sfilati ieri ministri, amministratori, scienziati, studiosi e imprenditori per una lunga seconda giornata di lavori conclusa dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sulla scia dell’annuncio della quattordicesima bozza della “Carta di Milano” sono emersi i temi di fondo legati al cibo: malnutrizione, denutrizione, spreco alimentare, spreco idrico e gestione delle risorse naturali. Ne hanno parlato molti degli intervenuti, a partire dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che ha definito quella dell’acqua la questione cruciale dei prossimi anni: «Tra un decennio 2 miliardi e 400 mila persone avranno problemi di scarsità». Il diritto al cibo, e di conseguenza all’acqua, come recita il preambolo della “Carta”, deve essere un diritto umano fondamentale. Non è un caso che ieri a Firenze si sia parlato della possibilità di inserirlo anche nella Costituzione italiana. «Sarebbe un grande messaggio per tutto il mondo», ha commentato il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti. Mentre il collega responsabile delle Politiche agricole, con delega all’Expo, Maurizio Martina, si è detto «molto contento che il ministro Maria Elena Boschi sostenga e lavori» a questa idea. Ma le prospettive per quanto riguarda il cibo nel mondo non sono rosee, anzi: stando allo scenario disegnato da Romano Prodi, «nel futuro non ci sarà cibo per tutti. Non c’è già adesso per 800 milioni di persone. La domanda sarà superiore all’offerta. Il dilemma sarà aumentare la produzione o ridurre i consumi. Abbiamo l’obbligo – ha concluso l’ex presidente della Commissione europea – di sprecare di meno, produrre di più con meno inquinamento e con meno acqua, usare la terra non per l’energia ma per nutrire e portare risorse alla ricerca». Tra gli interventi, quello di Emma Bonino, che ha presentato il progetto “WEWomen for Expo” e ha introdotto di fatto il messaggio video del Premio Nobel Aung San Suu Kyi per la quale «non saremo mai in grado di nutrire i nostri popoli adeguatamente finché ci saranno conflitti ». Infatti, «dove c’è un conflitto – ha spiegato l’attivista birmana facendo riferimento anche al suo Paese – la nutrizione ne risente. Dobbiamo educare la popolazione crescente sui propri bisogni nutrizionali nel rispetto dell’ambiente e della parità di genere» in quanto esiste ancora un’idea per la quale «il maschio deve essere più istruito, nutrito e curato». Intanto, all’esposizione mondiale, a ottobre, arriverà anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon (che ieri attraverso un brevissimo videomessaggio ha rilanciato «la sfida fame zero»), per ricevere la “Carta di Milano”, che avrà anche una versione junior, under 18. A sottoscriverla, pertanto, saranno anche i giovanissimi, dopo un apposito percorso di educazione alimentare, lo stesso che si sta compiendo nella scuola italiana che il ministro della Pubblica istruzione, Stefania Giannini, definisce «laboratorio permanente di Expo». La “Carta di Milano”, come ha spiegato Salvatore Veca, presidente della Fondazione Feltrinelli, si rivolge quindi a tutti i cittadini del mondo e sarà per questo tradotta nelle principali lingue del pianeta: «Un mondo senza fame è possibile ed è un fatto di dignità umana».