Il prefetto Andrea De Martino ha dato appuntamento tra 45 giorni ai rappresentanti di magistratura e forze dell’ordine, degli enti locali, ai sindaci e alle associazioni. Queste, è intenzione del prefetto, avranno un ruolo sempre più evidente nel monitoraggio ambientale. Si replica quindi sperando che in questo tempo si possano raccontare novità positive e, è opinione di De Martino, «passi in avanti, anche piccoli» sull’attività di prevenzione dei roghi e in generale sul fenomeno incendi. «I problemi sono troppo grandi, non possiamo farcela da soli, come Comuni» obietta Salvatore Errichiello alla esortazione a scelte responsabili e concrete da parte dei sindaci giunta dal prefetto. «Aspettiamo un segnale con idee concrete e progetti operativi» prosegue l’assessore all’ambiente del Comune di Casalnuovo, area nord di Napoli, che spiega subito come la videosorveglianza con 44 telecamere nell’agro nolano, il “Sistema Sima”, non funzioni perché mancano i soldi per la manutenzione: «Dovrebbero farsene carico non un solo Comune ma tutti quelli coinvolti, insieme con Regione e Provincia» e insiste ricordando l’inquinamento dei Regi Lagni, vera bomba ecologica, su cui da anni si stilano progetti di bonifica, «ma mai attuati. Il Comune di Casalnuovo può interessarsi per il tratto di competenza, così come per le proprie campagne, ma non avrebbe senso senza l’attuazione di un piano globale, regionale, di risanamento con finanziamenti adeguati». I sindaci presenti alla riunione convocata ieri in Prefettura hanno tutti problemi ambientali sul proprio territorio e molti hanno dovuto vietare il prelievo dell’acqua dai pozzi e dalle falde. C’è chi se la cava, come può. È il caso di Frattaminore, piccolo centro alle porte di Napoli e confinante con la provincia di Caserta. «Dal 2009 – spiega il sindaco Vincenzo Caso – c’è un’ordinanza sullo smaltimento degli pneumatici e prima ancora del protocollo dello scorso marzo abbiamo bonificato le aree sottostanti l’asse mediano che insistono sul territorio comunale. Abbiamo raggiunto il 60% di raccolta differenziata. Eppure – aggiunge – non basta. Monitoriamo i nostri due chilometri quadrati, ma siamo al centro dell’agro aversano dove sono abbandonati e incendiati rifiuti industriali» di cui non si sa la provenienza, e i fumi tossici appestano lo stesso l’aria. «I nostri cittadini – chiosa – vogliono sapere che cosa respirano. Il problema è la prevenzione degli sversamenti illegali, il pattugliamento quotidiano. Continueremo a farlo per il nostro territorio comunale» aspettando che anche gli altri lo facciano. Sono anche iniziative del genere che il prefetto spera di sentire nella prossima riunione. Difficile però che in un mese e mezzo si possa cambiare molto. «Puntiamo sulla collaborazione istituzionale tra Comuni» dice Vincenzo Carfora, sindaco di Casoria, dove non si trova soluzione per la discarica del Cantariello, che fuma per decenni di sversamenti chimici. Raffaele De Simone, sindaco di Roccarainola, punta deciso il dito contro la Regione: «Solo a luglio ha stanziato i fondi per la pulizia del sottobosco: 60milioni per operai che non serviranno più».