Un momento della cerimonia di presentazione de I giorni della ricerca Aicr al Quirinale, con Sergio Mattarella - Ufficio stampa Quirinale
Oltre 143 milioni di euro nel solo 2024, 6mila ricercatori e ricercatrici al lavoro, prevalentemente in strutture pubbliche: sono i numeri dell'Airc, illustrati questa mattina al Quirinale in occasione dei Giorni della Ricerca, che la Fondazione dedica all'informazione sui progressi della ricerca per la prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro.
I finanziamenti sono ingenti, ma non ancora abbastanza: la ricerca oncologica è molto complessa e oggi rischiano di venire messi da parte progetti di grande qualità scientifica. «La ricerca finanziata da Airc produce risultati concreti (oltre 2000 pubblicazioni scientifiche nel solo 2023 e numerose scoperte che hanno avuto un impatto su tecniche diagnostiche e terapie) ed è competitiva a livello internazionale - ha dichiarato Andrea Sironi, presidente di AIRC. . Per affrontare il cancro è necessario uno sforzo collettivo che superi i confini dei singoli Paesi. L'auspicio a livello europeo è quello di arrivare a investire almeno il 3% del PIL in ricerca scientifica e istruzione».
La direttrice scientifica dell'Airc, Anna Mondina, ha presentato al presidente Sergio Mattarella i risultati del lavoro dei ricercatori: «Siamo oggi in grado di identificare le caratteristiche genetiche dei tumori, di studiare singole cellule nei tessuti e nel sangue e di seguirne le interazioni con il sistema immunitario, di definirne la vulnerabilità e di disegnare farmaci mirati - ha spiegato -. Abbiamo capito come usare radio e chemioterapia in modo più efficace e studiato alternative terapeutiche meno invasive. Abbiamo capito come istruire il nostro sistema immunitario contro i tumori e sfruttare l'ingegneria genetica per generare farmaci viventi. Airc è stata motore di avanzamento scientifico basato su meritocrazia e competitività, supportato dalla partecipazione della società civile.
Siamo grati ai donatori e ai volontari attivi su tutto il territorio. Io li chiamo i nostri ricercatori di fondi».
E ai donatori è andato anche il ringraziamento di Mattarella: «L'Airc porta sostegno e risorse alla ricerca, alimentate da donazioni volontarie. Si tratta di una condizione davvero importante che, non a caso, registra una acuta sensibilità e ampia partecipazione da parte della popolazione. La generosità degli italiani va incoraggiata, non limitata. La rete che unisce medici, scienziati, volontari di ogni età e ceto sociale, malati e donatori, rappresenta un fattore di grande vitalità. Si inserisce nel tessuto solidaristico che tiene insieme il nostro Paese. Grazie a quanti, anche personalità della cultura, dello spettacolo, dello sport, testimoniano questi valori e sono parte di questa impresa così altamente meritoria», ha concluso il capo dello Stato.
Infine un pensiero ai tanti "cervelli in fuga" dall'Italia: «Sono tanti i giovani ricercatori che trovano spazio all'estero e vi rimangono, pur desiderando di operare in Italia, e raggiungono livelli di assoluta eccellenza. È interesse nazionale fare in modo che possano conseguirli nel nostro Paese. Occorre far crescere nelle istituzioni e nella società la consapevolezza che le risorse investite in ricerca tornano moltiplicate».