A favore della legge sullo "ius soli" temperato scende in campo il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Ospite a Bologna della "Repubblica delle idee", esprime l'augurio che il Parlamento «faccia presto» e approvi il provvedimento nelle prossime settimane. «È arrivato il tempo di poter considerare a tutti gli effetti questi bambini come cittadini italiani. Glielo dobbiamo, è un atto doveroso e di civiltà», dice. Ma non solo, aggiunge il premier, la legge «interessa anche la sicurezza del nostro Paese: la via contro la radicalizzazione non è la costruzione di muri, ma quella del dialogo e l'inclusione».
Grillo insiste: «È un pastrocchio invotabile»
Sul fronte politico che si oppone alla legge c'è l'ennesimo attacco del M5S alla misura in discussione in seconda lettura al Senato, dove si sono registrati nei giorni scorsi momenti di forte tensione. «Sullo ius soli il M5S si è astenuto alla Camera e come annunciato altrettanto farà, con coerenza, al Senato. Trattasi non di legge, ma di pastrocchio invotabile», afferma l'ex comico. «È vergognoso - rileva – tenere il Parlamento in stallo per discutere di provvedimenti senza capo né coda, mentre non si fa nulla per dare una mano alle famiglie italiane che si trovano in grande difficoltà economica». Non si fanno attendere gli inviti a M5S dalle forze di destra a scendere in piazza contro il provvedimento. Lo fa Giorgia Meloni (Fdi), pur sottolineando che M5S avrebbe cambiato idea, perché finora sarebbe responsabile della situazione al pari della sinistra e di Renzi. In particolare Meloni invita eventualmente a collaborare per una raccolta di firme in vista di un un referendum abrogativo. Iniziativa che annuncia anche la Lega Nord.