giovedì 15 dicembre 2022
In 29 sotto il tetto di un casolare nelle campagne di Montefiore dell’Aso: «Siamo scappati dalle città per stare insieme e tornare alla terra». Agricoltura, turismo e vita ecosostenibile
La grande famiglia della Campana di Montefiore dell’Aso: sotto un tetto vivono in 29, la più anziana ha 95 anni, il più piccolo 5

La grande famiglia della Campana di Montefiore dell’Aso: sotto un tetto vivono in 29, la più anziana ha 95 anni, il più piccolo 5 - Collaboratori

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Una scelta «radicale». Così i fondatori della comunità “La Campana” descrivono la nascita della grande famiglia che da più di quarant’anni vive in un casolare nelle campagne di Montefiore dell’Aso, in provincia di Ascoli Piceno.

Qui oggi abitano 29 persone appartenenti a quattro generazioni – la più anziana ha 95 anni, il più piccolo solo cinque – che condividono ogni aspetto della quotidianità. Una realtà ormai solida, nata nel 1980, quando Claudio, che oggi ha 75 anni, ha deciso con la moglie e i figli piccoli di lasciarsi alle spalle la vita a Milano.

Insieme a loro c’erano altre famiglie: «Ci frequentavamo con i nostri bambini e passavamo insieme le vacanze estive, in una situazione di convivenza», racconta. L’esperienza positiva ha spinto il gruppo a fare un passo ulteriore e, dopo aver trovato una sistemazione adatta, i primi nuclei familiari, sedici persone in totale, si sono trasferiti nelle Marche. «Abbiamo acquistato dei casali da ristrutturare e fondato una cooperativa agricola, che era l’unico mezzo per “stare insieme” anche legalmente», spiega Claudio. Nel giro di pochi anni la comunità è cresciuta, arrivando a sfiorare le trenta persone.

«Ogni coppia ha una camera da letto, mentre i ragazzi hanno una stanza ogni due – illustra Giuseppina, che si è unita alla comunità nel 1981 con la famiglia –, i bagni sono in condivisione, così come la sala da pranzo. Poi ci sono la lavanderia, la biblioteca, una sala della musica e gli uffici, che sono tutti in comune». I membri della Campana oltre a convivere, lavorano insieme per gestire la tenuta agricola a cui poi si è aggiunta l’attività di agriturismo.

«La prima scoperta che abbiamo fatto è che non riuscivamo a vivere di sola agricoltura – ricorda Giuseppina – quindi, non appena le normative lo hanno reso possibile, abbiamo avviato un agriturismo: questo ha portato una grande iniezione di liquidità». Da allora la Campana produce e vende olio, marmellate, conserve e frutta e ortaggi, seguendo un approccio ecosostenibile.

«Per quanto riguarda la tutela della biodiversità, siamo agricoltori custodi di due tipicità: il carciofo ascolano e il baco da seta “giallo Ascoli” – spiega Giuseppina –, in aggiunta a questo abbiamo un sistema di raccolta delle acque piovane e produciamo elettricità grazie ai pannelli solari. Ora stiamo sostituendo le macchine che abbiamo con le auto elettriche, e da sempre pratichiamo la raccolta differenziata e il riuso di abiti».

Una scelta di vita condivisa da tutti i membri, anche da chi si è aggiunto dopo, come Elisa, che è arrivata alla Campana nel 2007 dopo aver sposato Michele, il figlio di Giuseppina. «Venendo da una famiglia mononucleare, all’inizio ero un po’ spiazzata – racconta – ma al di là di questo non ho avuto grandi problemi, anzi, è una realtà che mi è piaciuta sin dall’inizio come pensiero e, come realizzazione, mi piace ancora adesso».

Elisa e Michele hanno due bambini che frequentano le scuole elementari: «I miei figli non si sentono diversi dai loro compagni di classe, ormai la nostra è una realtà consolidata – spiega – e, inoltre, vivere come viviamo noi ha degli aspetti comuni con le famiglie di questa zona, che di solito abitano in case adiacenti a quelle di nonni e zii».

I bambini della comunità, in questo periodo, si stanno preparando al Natale. «Durante l’Avvento, la sera, ci ritroviamo nella piccola cappellina che abbiamo e facciamo dei canti di Natale», racconta Elisa. Anche le decorazioni vengono realizzate in collaborazione, di solito con materiali di riuso.

«Facciamo un grande presepe nel camino della cucina, e ogni anno cambiamo modalità: una volta abbiamo fatto dei pupazzi di stoffa, un altro anno abbiamo usato la pasta di sale. L’idea è di far realizzare a ogni bambino un personaggio per renderlo partecipe all’attesa».

Il giorno più bello però rimane quello di Natale, che ora si sta avvicinando: «La cosa più soddisfacente per loro è vedere tutti quei pacchetti sotto l’albero e, da quando hanno imparato a leggere, sono loro che consegnano i regali a ciascun membro della famiglia», spiega. «Anche perché – conclude Elisa tra le risate – se ci mettessimo in trenta intorno all’albero a cercare ognuno il proprio regalo, sarebbe una baraonda»

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