mercoledì 3 luglio 2013
L'organismo, riunitosi​ al Quirinale, contesta il via libera sull'acquisto dei caccia americani concessa al Parlamento secondo quanto stabilito dalla mozione di maggioranza della scorsa settimana. In una nota si spiega che l'ammodernamento delle Forze armate resta una prerogativa dell'esecutivo.
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​Nel "rapporto fiduciario" tra Parlamento e forze armate, "che non può che essere fondato sul riconoscimento dei rispettivi distinti ruoli", la "facoltà del Parlamento" di "eventuale sindacato delle Commissioni Difesa sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate, non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell'Esecutivo". Lo si legge nel comunicato finale della riunione del Consiglio Supremo di Difesa che si è tenuto oggi al Quirinale. Alla riunione, presieduta da Giorgio Napolitano, hanno partecipato il premier Enrico Letta, il ministro degli Esteri Emma Bonino, il vice premier e ministro dell'Interno Angelino Alfano, il titolare dell'Economia Fabrizio Saccomanni, il ministro della Difesa Mario Mauro, il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, il Capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi, il Segretario generale della Presidenza della Repubblica Donato Marra, il Segretario del CsD, generale Rolando Mosca Moschini.Per quel che riguarda il processo di riforma dello strumento militare, il Consiglio supremo di Difesa rileva come l'attuazione della Legge 244 del 2012 "debba riflettere indirizzi strategici e linee di sviluppo delle capacità e delle strutture coerenti con le sfide, i rischi e le minacce che il contesto globale in rapida trasformazione prospetta per il nostro Paese e per la Comunità internazionale". In tale quadro, prosegue la nota del Quirinale, "la progressiva integrazione europea, in coordinamento con l'evoluzione della Nato, e la realizzazione di capacità congiunte costituiscono presupposti fondamentali per l'approntamento di forze in grado di far fronte efficacemente alle esigenze di sicurezza e di salvaguardia della pace". "Questa -si legge ancora nella nota- è la prospettiva da perseguire, anche in considerazione della limitatezza delle risorse disponibili e dell'entità, da un lato, degli investimenti da effettuare per la sicurezza e la difesa e della gravità, dall'altro, delle esigenze di rilancio della crescita e dell'occupazione".
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