venerdì 14 gennaio 2022
Riunione tecnica a Palazzo Chigi (ma a livello preliminare) sui dieci punti elaborati del ministro della Transizione Cingolani per arginare l’impennata delle tariffe. Il decreto atteso entro fine mese
Bollette sempre più care

Bollette sempre più care - Imagoeconomica

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Su bollette e "grosso" dei ristori post-Covid ogni decisione è rimandata a dopo l’elezione del presidente della Repubblica. Ieri si è tenuta una riunione tecnica a Palazzo Chigi sul "pacchetto energia", mentre i rincari delle bollette continuano a mordere famiglie e imprese e a preoccupare il governo. Quello della presidenza del Consiglio è stato solo un lavoro istruttorio, preliminare, di studio. Con legali e funzionari dei ministeri più coinvolti nella partita: Mef, ma anche Sviluppo economico, nonché il dicastero della Transizione ecologica guidato da Roberto Cingolani.

In questa situazione, lo stesso ministro Cingolani ha preparato un pacchetto in dieci punti di misure contro il caro-bollette, anche strutturali. Il documento è stato consegnato durante le feste al presidente del Consiglio, Mario Draghi. Dovrebbe servire da base per un decreto legge. Per la viceministra del Tesoro, Laura Castelli, c’è «ampia convergenza su alcune proposte M5s come il contributo di solidarietà» di «produttori, fornitori o intermediari, che hanno ottenuto profitti stellari» in questi mesi e «sull’azzeramento dell’Iva sulla quota incrementale dei prezzi».

Ieri la responsabile Ambiente del Pd, Chiara Braga, ha rilanciato che le misure vanno finanziate anche con uno scostamento di bilancio, come aveva chiesto il leader 5 stelle, Giuseppe Conte.

Ma l’allarme rincari non arriva solo dalla politica, ma anche da Banca d’Italia, sulla base di uno studio condotto sulle aziende nazionali fra novembre e dicembre del 2021. Le imprese, si legge nel rapporto, prevedono "un aumento dei propri prezzi di vendita nei prossimi 12 mesi". Quindi, prosegue Bankitalia, "i giudizi sulla situazione economica generale e le attese sulle proprie condizioni operative nei primi tre mesi del nuovo anno sono meno favorevoli rispetto al periodo precedente".

Si ragiona perciò sugli aspetti regolatori, sul contesto macro-economico, sulle variabili in campo e sugli scenari futuri. Sul tavolo anche l’ipotesi, caldeggiata dal premier, di trasformare gli extra gettiti delle società energetiche in sgravi per le imprese in affanno, costrette a bloccare la produzione per il rincaro delle bollette.

«Bisogna costruire bene meccanismo e norme – ragiona una fonte di governo – si tratta di misure che non sono onerose. Ma l’intervento va studiato e costruito al meglio». Difficile, tuttavia, che la misura entri già nel "dl Sostegni-ter", atteso in Consiglio dei ministri la settimana prossima. «La vedo difficile, ma non si può escludere nulla: la situazione è fluida», spiega un altra fonte di governo, rimarcando che, con la partita del Colle tra appena dieci giorni, «c’è comunque la volontà di accelerare».

Intanto il governo sta lavorando a un decreto legge ristori senza effettuare alcuno scostamento di bilancio. Secondo l’agenzia Bloomberg, il pacchetto sarà di circa 2,3 miliardi di euro. Il turismo sarebbe uno dei settori interessati al provvedimento.

Ulteriori misure contro il caro bollette verrebbero invece varate dopo l’elezione del nuovo capo dello Stato. «Abbiamo già chiesto uno scostamento di bilancio per liquidare ristori e venire incontro ai rincari di alcuni beni essenziali», ha ricordato Giuseppe Conte durante l’assemblea dei gruppi M5s. Ma il capogruppo M5s alla Camera, Davide Crippa, ha affermato invece che dalla «conferenza dei capigruppo è emerso che non è in programma nessuno scostamento di bilancio prima dell’elezione del presidente della Repubblica. Purtroppo – precisa Crippa – l’instabilità politico-istituzionale comporta anche il rallentamento di questi meccanismi, con conseguenze su famiglie e imprese. Da qui la speranza che il governo possa proseguire il suo lavoro». Crippa ha anche ricordato che «le esigenze dei cittadini, di fronte a una emergenza sanitaria che non sembra finire e che si traduce in una emergenza economica e sociale, necessiterebbero di risposte immediate e veloci». Ma per ora non se ne parla.

Sullo sfondo rimane il tema della tassonomia, i criteri Ue sulle fonti energetiche. Con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha ribadito che «di gas e nucleare ne avremo bisogno fino a che non ci saranno sufficienti energie rinnovabili».

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