Si vota anche per scegliere 962 sindaci - Archivio Ansa
Sommerso dal clamore sul referendum e per le elezioni in 7 regioni, è passato in secondo piano un turno amministrativo imponente in programma ugualmente domani e lunedì, che tocca 962 Comuni. Includendo le date successive previste solo nelle Regioni a statuto speciale, sono quasi 7 milioni i chiamati alle urne per eleggere sindaci e consigli comunali in 3 capoluoghi di regione (Aosta, Trento e Venezia) e 15 di provincia (Mantova, Lecco, Bolzano, Arezzo, Macerata, Fermo, Chieti, Andria, Trani, Matera, Crotone, Reggio Calabria, Agrigento, Enna e Nuoro).
In tutto sono 6.849.493, per l’esattezza, gli elettori chiamati alle urne in 1.179 comuni complessivamente (sempre racchiudendo pure le date di ottobre), questi ultimi suddivisi in 155 con più di 15mila abitanti e 1.024 al di sotto. Il 20 e 21 settembre nelle sole regioni a statuto ordinario si voterà in 609 comuni (di cui 50 sciolti dopo il 24 febbraio). Si recheranno alle urne 4.685.706 elettori.
Oltre a domani e lunedì (quando, normalmente, si voterà in Valle D’Aosta, Trentino–Alto Adige e Friuli Venezia Giulia), ci sono altre 2 date già fissate per l’appuntamento elettorale nei comuni - in tutto 570 - delle regioni a statuto speciale: il 4 e 5 ottobre in Sicilia (Enna e Agrigento le sfide principali); il 25 e 26 ottobre in Sardegna (Nuoro unico capoluogo). Qui, saranno altri 2 milioni e 163.787 gli elettori chiamati alle urne.
Nel turno di domenica e lunedì la sfida più importante è quella di Venezia. Favorito il sindaco uscente Luigi Brugnaro, imprenditore e dirigente sportivo, proprietario della squadra di basket, legato al centrodestra e a Forza Italia in particolare. Ma se la gioca il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta; altro contedente di peso il filosofo e scrittore Stefano Zecchi, candidato del “Partito dei Veneti”.
Segue, per importanza, Trento: la corsa per il successore di Alessandro Andreatta, il sindaco di centrosinistra che aveva guidato per 11 anni l’aministrazione cittadina, coinvolge 8 candidati. In corsa per il centrosinistra, sotto la grande alleanza “SìAmo Trento”, è Franco Ianeselli, ex segretario della Cgil del Trentino sostenuto dal Partito autonomista trentino tirolese (Patt) e da varie liste localiste o ambientaliste. Il centrodestra unito è raggruppato nella coalizione “Uniti per Trento” che sostiene Andrea Merler. Una donna invece, Carmen Martini, corre in solitaria per il Movimento 5 stelle.
Si vota anche a Bolzano: nel capoluogo altoatesino si ripropone Renzo Caramaschi (centrosinistra) e a sfidarlo è Roberto Zanin, per il centrodestra, in una contesa come sempre segnata anche dai gruppi autonomisti.
Nella “rossa” Toscana – in cui si disputa a livello regionale la madre di tutte le battaglie, la sfida più avvincente che potrebbe spostare da un lato o dall’altro l’asticella delle valutazioni politiche – si vota anche per il primo cittadino di Arezzo, una delle città già passate al centrodestra negli ultimi anni. Sono in otto a correre per tentare di spodestare il sindaco uscente Alessandro Ghinellisostenuto da due liste civiche "di area destra", sfidato dal candidato del Pd e di altre civiche, Luciano Ralli.
In Calabria a Crotone si vota dopo una gestione commissariale scaturita a seguito dell’inchiesta per l’appalto della piscina olimpionica della città che ha travolto Ugo Pugliese, primo cittadino espressione dell’Unione di centro. Mentre a Reggio Calabria la sfida è tra nove candidati per contendersi la fascia tricolore del sindaco uscente Giuseppe Falcomatà (Pd), figlio dell’ex sindaco comunista della "Primavera" di Reggio Calabria e alle prese con guai giudiziari (su di lui, in caso di condanna in primo grado, incombe la decadenza della "legge Severino"). Contro di lui corre Antonino Minicuci, candidato della Lega si dice scelto personalmente da Salvini.
Nella Lombardia travolta dal Covid i test di due capoluoghi di provincia, Lecco e Mantova, serviranno a vedere se ci sono scricchiolii in una Regione saldaente in mano al centrodestra a guida leghista (con significative eccezioni come Milano e Bergamo).
Nessun capoluogo di provincia è al voto invece in Campania, ma è interessante vedere che responso daranno le urne a Pomigliano d’Arco, la città di Luigi Di Maio. Qui dem e pentastellati insieme sostengono Gianluca Del Mastro, dopo il passo indietro di Dario De Falco, braccio destro del ministro degli Esteri. Mentre il centrodestra si presenta diviso.
Nelle Marche, altra Regione contesa, si vota a Macerata e Fermo, mentre in Abruzzo è Chieti l’unico capoluogo interessato dal turno di domenica e lunedì. In Basilicata si vota a Matera: nella città del boom turistico dei “Sassi” si sfideranno sei candidati, con il sindaco uscente Raffello De Ruggieri che non si ripresenta, ma promuove una sua lista.
In Puglia l’appuntamento è a Trani e Barletta capoluoghi contitolari, con Barletta, della provincia Bat.
Sono chiamati alle urne, infine, pure gli elettori del collegio Sardegna 3 (Sassari) e Veneto 9 (Villafranca veronese), per sostituire due senatori: rispettivamente Vittoria Bogo Deledda, del M5s, e Stefano Bertacco, di Fdi, entrambi deceduti.