È il backstage a raccontare bene come sono e a… divertire di più. Emozione, tensione, sorrisi e qualche balletto sulla musica che arriva dalla sala mentre si infilano le giacche, si cambiano i pantaloni, le operatrici non sanno a chi dare retta. C'è una gran confusione. Poi, d’incanto, tutti in fila. Precisi, puntuali nelle entrate in passerella, per sfilare senza un inciampo e meno male che sono disabili mentali.
“Dolce & Garbata”, l’hanno (ironicamente) chiamata: la sfilata di sedici ospiti della “Casa San Giuseppe” dell’Opera Don Guanella a Roma. Due anni di preparazione e di «lavoro sul corpo» sotto la guida di tre operatrici, la musicoterapeuta Nicoletta Fontanella, l’insegnante d’attività motorie Alessandra Taloni e la terapista occupazionale Deborah Pettinari.
«Alla disabilità non viene dato il permesso di esprimere la parte non disabile – dice Nicoletta -, magari gli si dice “andiamo a fare una visita medica” e mai “andiamo a vedere una sfilata di moda». Perciò – aggiunge Alessandra - «abbiamo cercato di far emergere il bello che c’è in ogni persona, al di là di qualsiasi diversità». E senza mai dimenticare la loro regola: «La sensazione che dobbiamo avere mentre lavoriamo è che i ragazzi stiano lì perché a loro va stare lì».