martedì 1 ottobre 2024
L'infezione è dovuta principalmente a tre fattori: la presenza di molti insetti “tigre”, il clima mite e la mancanza di adeguate disinfestazioni. La Ast di Pesaro: ma l'incidenza è in diminuzione
La disinfestazione contro le zanzare resta l'arma più efficace contro i focolai di Dengue

La disinfestazione contro le zanzare resta l'arma più efficace contro i focolai di Dengue - undefined

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Sebbene nella sola Fano siano stati rilevati 102 casi di Dengue, che altri 10 risultano probabili, e che potrebbero anche esserci delle infezioni non registrate, il focolaio è in costante diminuzione. Lo assicura l’Azienda sanitaria territoriale di Pesaro-Urbino, per la quale «l’ultimo caso confermato è del 25 settembre e l’andamento dell’incidenza è in continua decrescita». Il picco dei contagi, dovuti alla puntura della zanzara tigre, si sarebbe concentrato tra il 14 e il 17 settembre. «L'aumento dei casi dei giorni scorsi – ha spiegato l’Ast - è dovuto ad un allungamento dei tempi di diagnosi, in particolare per quelli diagnosticati a Roma all'Istituto superiore di sanità. Ma come esordio dei sintomi si riferiscono ai giorni precedenti».

Secondo l’ultimo aggiornamento pubblicato proprio dall’Iss, dall’1 gennaio al 17 settembre 2024, al sistema di sorveglianza nazionale risultano 450 casi di Dengue: 425 associati a viaggi all’estero, 25 casi autoctoni e nessun decesso.

Le cause

Tre i motivi che hanno favorito la diffusione della Dengue: la presenza di tante zanzare tigre, il clima mite e la mancata o scarsa disinfestazione. L'arrivo dei primi freddi, attesi a breve, potrebbe risolvere da solo il problema visto che sotto i 16 gradi le zanzare tigre diventano molto meno attive e quindi meno efficaci nel trasmettere l'infezione. «Sono state messe in atto tutte le misure di sanità pubblica previste e continua la sorveglianza sanitaria», ha evidenziato l’Ast di Pesaro. Con il Comune sono stati eseguiti interventi notturni di disinfestazione, e l’Istituto zooprofilattico sta monitorando l’andamento del focolaio. E mentre ai cittadini viene chiesto di ridurre secchi, pozzetti, sottovasi con acqua e ristagni che possono favorire la diffusione delle zanzare, nelle farmacie vengono venduti, a prezzi calmierati, dei kit che possono contribuire ad arginare le zanzare, attraverso larvicidi, spray repellenti e pennette disinfettanti. Molte di queste misure sono state adottate, nelle ultime ore, anche nella zona Porto di Bologna, dove è stato confermato un caso importato di Dengue. Mentre in Lombardia ha fatto discutere il rifiuto della maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale, denunciato dall’opposizione, di discutere una mozione sulla diffusione dell’infezione che, nella regione più popolosa d’Italia, ha riguardato 83 persone.

Ma quanto deve preoccuparci la Dengue?

La Dengue è una malattia infettiva, normalmente ha un decorso benigno: la fase acuta, che comprende anche la febbre, dura circa una settimana, mentre possono rimanere dolori articolari, anche molto accentuati - non a caso in molti Paesi l'infezione è soprannominata “febbre spaccaossa” -, per molte settimane, se non per mesi. Raramente la Dengue porta a conseguenze gravi, in talune circostanze anche al decesso. Ma nella stragrande maggioranza dei casi guarisce spontaneamente e la terapia è di tipo sintomatico e serve soprattutto a ridurre i dolori. Il periodo di incubazione, ossia il tempo che intercorre tra l’infezione e la comparsa dei primi sintomi, va dai 3 ai 14 giorni, con un periodo medio di incubazione di 4-7 giorni.

C’è un vaccino efficace contro questa patologia?

Il vaccino c’è. Ma non sempre gli specialisti concordano sull’utilizzo in circostanze come quelle che si stanno verificando in Italia. Per il focolaio autoctono di Fano, sostiene Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive dell’Irccs Policlinico San Martino di Genova, «occorre procedere con le vaccinazioni, perché un’eventuale recidiva può diventare importante e poi si deve fare un lavoro certosino di sorveglianza dei contatti dei casi perché altrimenti l’infezione si allargherà ancora di più». Una posizione condivisa da Sara Epis, professore associato di Parassitologia all’Università Statale di Milano, per la quale il vaccino commercializzato in Italia dall'inizio di quest'anno, «in realtà viene somministrato alle persone che si recano in Paesi endemici e che ci rimangono per un po' di tempo». Tuttavia questo antidoto «potrebbe essere usato anche nelle nostre aree, proprio per evitare che ci siano queste particolari espansioni come è successo nel comune di Fano». Di tutt’altro parere Roberto Burioni, professore di Microbiologia e virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano: «Il vaccino non è utile in questo caso. Bisogna eliminare le zanzare tigre che trasmettono la malattia».


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