È «indispensabile» garantire che le indagini di Roma e Napoli sul caso Consip «mantengano preminenza assoluta e proseguano con prontezza ed efficacia, senza indebite sovrapposizioni e condizionamenti da parte di questo Consiglio». Per questo il Csm ha deciso di non autorizzare l'apertura di una pratica sulle tensioni tra le due Procure in relazione all'inchiesta Consip. Le motivazioni sono contentute in un atto del comitato di presidenza dell'organo di autogoverno della magistratura. Era stato il consigliere laico di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, a chiedere di aprire la pratica in Prima Commissione per verificare se qualcuno dei pm avesse leso l'immagine di imparzialità e andasse per questo trasferito d'ufficio. Lo stesso Zanettin a caldo ha parlato di un «errore» e di un'«occasione persa». Il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, in una conferenza stampa, ha definito fatti «molto gravi» sia la fuga di notizie che c'è stata sull'inchiesta Consip sia le presunte falsificazioni nell'informativa di polizia giudiziaria su cui sta indagando la procura di Roma. fatti che «richiedono un accertamento della verità» e che «le attività di indagini vadano fino in fondo». Tuttavia «non risulta» un conflitto tra le due procure di Napoli e Roma. E' comunque «evidente che qualcosa non è andato a Napoli, tant'è che la procura di Roma indaga su fatti che si sono verificati lì». Legnini ha aggiunto che «l'impiego della polizia giudiziaria e la verifica della sua attività sono questioni che vanno affrontate e meglio disciplinate». E ha annunciato che il Csm affronterà queste e altre questioni, come il controllo sulla divulgazione di atti coperti dal segreto, in occasione della nuova circolare sulle procure. Un lavoro in cui è impegnata la Settima Commissione di Palazzo dei Marescialli.
Sul fronte delle indagini stamani l'avvocato difensore di Tiziano Renzi, Federico Bagattini, si è recato in Procura a Roma dove ha avuto un breve incontro con i magistrati titolari dell'indagine sugli appalti in Consip nella quale il padre dell'ex presidente del Consiglio risulta indagato per traffico di influenze. «Sono venuto a parlare con i magistrati anche alla luce degli ultimi sviluppi dell'inchiesta - ha affermato il penalista lasciando gli uffici di piazzale Clodio -. Per quanto ci riguarda non riteniamo più necessario ascoltare Luigi Marroni (ad di Consip, ndr) perché da quello che abbiamo potuto verificare non ha mai fatto riferimenti a presunti incontri tra il mio assistito e l'imprenditore Alfredo Romeo». E verrà depositata forse già la prossima settimana una memoria difensiva da parte di Gianpaolo Scafarto, il capitano del Noe indagato per falso dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Consip. «In questi giorni stiamo mettendo a punto un documento che metteremo presto a disposizione degli inquirenti - annuncia l'avvocato Giovanni Annunziata -. Si tratta di una memoria tecnica nella quale ricostruiamo la vicenda dal punto di vista giuridico». Non è escluso che dopo il deposito della memoria la difesa del capitano dei carabinieri possa chiedere ai magistrati di piazzale Clodio di essere interrogato. Per quanto riguarda il filone di indagine che riguarda il mega appalto FM4, continua l'analisi del materiale acquisito la scorsa settimana nel corso delle perquisizioni svolte nella sede dell'agenzia per gli acquisti nella pubblica amministrazione. Gli inquirenti potrebbero nei prossimi giorni tornare in Consip per completare l'atto istruttorio e acquisire ulteriore documentazione. Infine potrebbe arrivare in settimana la decisione del gip di Roma Gaspare Sturzo sulla richiesta di interdizione fatta dalla Procura per la Romeo Gestioni, società guidata da Alfredo Romeo. Nei prossimi giorni lo stesso gip fisserà la data dell'incidente probatorio chiesto dalla procura per sentire Marco Gasparri, il dirigente della Consip indagato per corruzione nel quadro degli accertamenti dai quali è scaturito l'arresto di Romeo.