lunedì 8 maggio 2023
Oggi il convegno "Le vie del mare" a bordo della portaerei Cavour a Civitavecchia. L'intervento del presidente Carlo Bonomi: «La blue economy deve fare un salto di qualità»
Portaerei Cavour

Portaerei Cavour - Raffaele Rossi

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Economia del Mare come punto di partenza della collaborazione tra Marina militare e Confindustria. Oggi, dall'hangar della portaerei Cavour a Civitavecchia si è svolto il convegno "Le vie dell'acqua – Nuovi spazi economici e strategici per l'Italia nel mare". Il punto iniziale di un percorso di collaborazione innovativo e sinergico che vede il Mediterraneo al centro di un nuovo corso, volto ad attivare specifiche progettualità e iniziative.

«Fondamentale raccontare al paese cosa significa l'economia del mare», ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Per lui la blue economy «deve fare un salto di qualità», perciò bisogna «programmare insieme quale può essere il futuro dell'Italia – ha continuato Bonomi – e creare una filiera dell'economia del mare». L'imprenditore ha poi auspicato «investimenti in Difesa» che, a suo dire, «non significano far la guerra ma fare ricerca e sviluppo per difendere gli asset strategici del nostro Paese». «Nel Mediterraneo avviene il 20% dello shipping (trasporto su nave, ndr) mondiale, il 27 % del volume dei container, il 30% del trasporto di petrolio e gas», ha continuato il presidente di Confindustria. «Quello con la Marina militare è un matrimonio iniziato nel dicembre dell'anno scorso», un esempio, per Bonomi, di «come le forze migliori del paese debbano lavorare insieme per il futuro del Paese». Il rapporto tra Confindustria e Marina è basato «sulla ricerca, l’innovazione, lo sviluppo di nuove tecnologie».

Bonomi ha parlato di «una sinergia che pone al centro il Mediterraneo» per la creazione di una «politica industriale del mare». Nel 2020, come evidenziato dall'imprenditore, Confindustria «è stata la prima a pensare a una vicepresidenza dedicata al tema dell'economia del mare». E proprio il vicepresidente di Confindustria con delega per l'Economia del Mare, Pasquale Lorusso, è intervenuto evidenziando come sia «fondamentale avere una visione più ampia, al fine di poter definire una strategia integrata più competitiva». Una strategia fondata su terziario, turismo, ambiente e non solo una visione del Mediterraneo come piattaforma logistica. Bensì tutto ciò che può offrire la «risorsa mare». Come l'agricoltura subacquea, «non più un'utopia».

Aereo Av-8B

Aereo Av-8B - Raffaele Rossi

E proprio «il mare unisce i paesi che separa», ha detto Enrico Credendino, capo di Stato Maggiore della Marina militare, citando il poeta inglese Alexander Pope. Oltre 450 milioni di persone sono toccate dal bacino del Mediterraneo, un mare dall'«equilibrio instabile», come dimostrano «la criminalità e la guerra in Ucraina», ha sottolineato Credendino. «Il Mediterraneo è il mare della complessità e delle opportunità – ha detto nel suo intervento il professore di Geografia Politica della Sapienza, Paolo Sellari - è il mare che cresce di più al mondo» con un aumento dell'export del 4% annuo. Ma quali sono i rischi? Ad esempio «quello che è successo nel Canale di Suez». Nel 2021 una nave cargo che trasportava oltre 65mila tonnellate di mais dall'Ucraina e diretta in Cina si incagliò vicino alla città di Qantara, bloccando il canale per sei giorni e interrompendo le catene di approvvigionamento globali con mesi di ripercussioni nei commerci.

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