mercoledì 28 giugno 2017
L'istituto Cattaneo evidenzia come dalle recenti Comunali emerga sì una vittoria delle coalizioni. Ma anche che l'affermarsi delle civiche rende l'orizzonte delle politiche più incerto
«Centrodestra senza baricentro, centrosinistra senza perimetro»
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Nelle elezioni comunali appena concluse con i ballottaggi a vincere sono state le coalizioni. «Al loro interno, però, queste alleanze nascondono realtà molto diversificate, talvolta camuffate dietro liste civiche senza simbolo di partito e dall’orientamento partitico poco decifrabile». Perciò sia il centrodestra, che pure ha prevalso, sia il centrosinistra hanno un problema. Nella prospettiva delle prossime politiche il primo campo, comunque trainato dalla Lega, appare privo di un «baricentro». Mentre il secondo, nel quale il partito «kingmaker» è il Pd, fatica a trovare un «perimetro» entro cui definire l'eventuale coalizione con cui presentarsi agli elettori nazionali. Sono questi i punti salienti dell'analisi sui vincitori delle elezioni amministrative 2017 all’interno degli schieramenti politici condotta dall'Istituto "Carlo Catteneo" di Bologna.


Realtà «molto diversificata» dietro vittoria coalizioni

Il centro di studi politici è andato a ricercare - nei Comuni sopra i 15mila abitanti - la «realtà molto diversificata» che si nasconde il dato della vittoria delle coalizioni. Per capire quali sono i partiti che possono dirsi i veri vincitori della tornata elettorale. Nel campo di centrodestra le civiche hanno fatto la parte del leone, prevalendo in 29 Comuni sui 70 vinti. Tra le liste di partito è stata la Lega ad affermarsi con 23, Forza Italia si è affermata in 17 città, mentre solo a Pistoia Fratelli d'Italia-An ha preso più volti degli alleati. In quest'area «la crescente competitività elettorale della Lega nord, unita all’incognita rappresentata dalle liste civiche, rendono del tutto incerta la questione delle leadership in preparazione delle prossime politiche». Il quadro nel centrosinistra è «meno frammentato». In quasi tre casi su quattro le liste Pd sono state le più votate della coalizione. Sul totale di 62 municipi conquistati in 46 il traino è stato dem (76%), in 15 località superato dalle civiche e in un solo caso a vincere è stata la sinistra alternativa. Si tratta del Comune di Arzano (Na) dove ad affermarsi è stato il movimento Democrazia autonoma guidato dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris.


L'unione ha pagato più per il centrodestra

Il Cattaneo ha poi messo sotto la lente le «strategie coalizionali» dei diversi schieramenti. Sempre nei Comuni sopra i 15mila abitanti l'unità di coalizione ha pagato di più per il centrodestra, che è cresciuto rispetto alle precedenti tornate nel confronto con il centrosinistra. Nel quale invece «la scelta della coalizione ampia e compatta non si è rivelata sempre vincente». Lo scontro tra due coalizioni (pur spinto in modo decisivo dalle civiche senza simboli di partito nel 40% dei casi) ha ristretto «in modo significativo» lo spazio per un terzo polo. Il Movimento 5 Stelle, «che programmaticamente rifiuta ogni possibilità di alleanza con altri partiti, mostra a livello locale tutti i suoi limiti, ma anche alcuni evidenti punti di forza: solo nel 9% dei casi riesce ad entrare nella sfida dei ballottaggi, però una volta che vi accede diventa, nell’80% delle circostanze, imbattibile».


Alle prossime legislative decisivi i voti delle civiche

In conclusione queste amministrative «hanno decretato la vittoria delle coalizioni, soprattutto per il centrodestra. Al loro interno, però, queste alleanze nascondono realtà molto diversificate, talvolta camuffate dietro liste civiche senza simbolo di partito e dall’orientamento partitico poco decifrabile». Alle elezioni politiche, però, «queste liste apartitiche scompariranno e i loro elettori dovranno decidere se e come, cioè per quale partito, votare. Ancora non conosciamo la data delle prossime elezioni legislative, ma è certo che il comportamento dell’elettorato delle liste civiche sarà decisivo», conclude il Cattaneo.

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