lunedì 29 novembre 2021
Disposto il ritorno a vivere con la zia paterna. Secondo i giudici «il luogo normale di vita del minore è in Italia dove ha trascorso quasi tutta l'esistenza»
La Corte suprema israeliana: «Eitan dovrà tornare in Italia entro 15 giorni»

Ansa

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Eitan Biran, l'unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, dovrà rientrare in Italia "entro 15 giorni" dalla data odierna.

Lo ha stabilito la Corte suprema di Israele, che ha respinto il ricorso presentato dalla famiglia Peleg, i nonni e gli zii materni del piccolo. Confermata, quindi, la sentenza emessa a inizio mese da parte del Tribunale della famiglia di Tel Aviv, che aveva stabilito che Eitan dovesse vivere con la zia paterna Aya alla quale era stato affidato dal Tribunale di Torino.

La decisione della Corte Suprema israeliana - di ben 17 pagine - stabilisce che Eitan "debba essere riportato in Italia non oltre il 12 dicembre". Il giudice della Corte Suprema, Alex Stein, ha ricordato che il principio base della Convezione dell'Aja prevede "tolleranza zero verso i rapimenti ed evidenzia la necessità di una restituzione immediata". "Non è discutibile - ha sottolineato - che il luogo normale di vita del minore sia in Italia dove ha trascorso quasi tutta la sua esistenza".

"Lo Stato di Israele oggi ha rinunciato a un bambino ebreo indifeso e cittadino israeliano senza che la sua voce fosse ascoltata, a favore di vivere in una terra straniera, lontano dalle sue radici, dalla sua amata famiglia e dal luogo dove i suoi genitori e fratellino sono sepolti". È quanto ha fatto sapere Schmuel Peleg, nonno materno di Eitan, e la sua famiglia dopo la decisione della Corte Suprema israeliana di respingere il ricorso avanzato proprio dal nonno e di disporre il ritorno del bambino in Italia con la zia paterna e tutrice Aya Biran entro il 12 dicembre. Il bimbo era stato portato via dal nonno da Pavia e portato a Tel Aviv l'11 settembre scorso.

"Continueremo a lottare in ogni modo legale per riportare Eitan in Israele - hanno fatto sapere i Peleg tramite il portavoce Gadi Solomon - e impedire la rottura del legame con la famiglia della sua defunta madre Tal, impostagli da sua zia. Chiediamo alle autorità italiane di riesaminare il processo decisionale viziato, che ha costretto Eitan a essere nuovamente strappato alla sua famiglia".

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