lunedì 25 ottobre 2021
Non è stata accolta la tesi del nonno materno, perché la residenza abituale del bambino è nel nostro Paese. "Una grande gioia", dice la zia paterna, affidataria del piccolo. Il nonno: "faremo ricorso"
Il piccolo Eitan deve tornare in Italia

Il piccolo Eitan deve tornare in Italia - Ansa

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Tornerà in Italia il piccolo Eitan Biran, l'unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone dello scorso 23 maggio: è nel nostro Paese che ha la sua residenza abituale. A deciderlo è stato il giudice del Tribunale della famiglia di Tel Aviv.

Per i successivi sette giorni da quando questa decisione è stata presa, però, Eitan non potrà lasciare Isreale. E' questo il tempo necessario per un eventuale ricorso da parte del nonno materno - che si dice intenzionato a fare -. Era stato Shmuel Peleg che aveva portato illegalmente il bambino in Israele, lo scorso settembre, dopo averlo prelevato dalla casa della zia Aya Biran a Pavia. Trascorsa la settimana, e solo in mancanza di eventuali provvedimenti contrari, il bambino potrà far rientro in Italia.

"Il Tribunale non ha accolto la tesi del nonno che Israele è il luogo normale di vita del minore né la tesi che abbia due luoghi di abitazione". Così scrive la giudice Iris Ilutovich Segal nella sentenza in cui accoglie il ricorso di Aya Biran, zia paterna del piccolo e affidataria legale e impone il rientro del bambino in Italia, dove il nonno di Eitan, a causa di questo spostamento è indagato per sequestro di persona.

Aya Biran, la zia che adesso attende il rientro di Eitan in Italia, si era subito rivolta al Tribunale della famiglia di Tel Aviv per il "rientro immediato" in Italia in base alla Convenzione dell'Aja. E la sentenza della giudice è giunta a circa due settimane dalla fine delle udienze in Tribunale a Tel Aviv.

"Pur accogliendo con soddisfazione la sentenza della giudice Ilutovich crediamo che in questo caso non ci siano né vincitori né vinti. C'è solo Eitan e tutto quello che chiediamo è che torni presto a casa sua, ai suoi amici a scuola, alla sua famiglia, in particolare per la terapia e gli schemi educativi di cui ha bisogno". Così i legali della famiglia di Aya Biran hanno commentato la sentenza della giudice, chiedendo peraltro che la famiglia materna paghi le spese processuali.

La stessa zia paterna, dal canto suo, ha espresso "grande gioia".



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