sabato 26 ottobre 2024
Risparmio energetico e salute all'origine della regola, che in tanti vorrebbero abolire. La questione spiegata in modo semplice
Stanotte torna l'ora solare: lancette indietro di un'ora

Stanotte torna l'ora solare: lancette indietro di un'ora - Ansa

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La notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre bisognerà riportare indietro di sessanta minuti le lancette dell’orologio. Come ogni anno – dal 1965 – l’ultimo fine settimana di ottobre torna l’ora solare e viene abbandonata quella legale, in vigore dalla fine di marzo. Da qualche anno si discute anche in Italia la possibilità di rinunciare per sempre all’orario più naturale, stabilito dal movimento apparente del Sole: secondo questa ipotesi con l’ora legale tutto l’anno e sessanta minuti di luce in più il pomeriggio si userebbe meno corrente per l’illuminazione di case e strade, con un gran risparmio. Ma la mattina il buio perdurerebbe più a lungo e, giocoforza, i lampadari andrebbero accesi prima e si spegnerebbero più tardi i lampioni. E il risparmio dov’è?

Mamma mia che mal di testa

Anche molte associazioni di medici e pediatri chiedono che l’ora legale duri per sempre: per alcuni – spiegano i medici  – il cambio è solo una scocciatura, altri accusano disturbi più o meno gravi che vanno dalla spossatezza alle difficoltà a dormire, dal mal di testa alla tachicardia (cioè il cuore che batte in modo irregolare). Sono soprattutto i bambini molto piccoli ad avere problemi: l’orologio non lo hanno ma sanno precisamente quando è il momento di mangiare o di fare la nanna e non ne voglio sapere di un’ora in più o una in meno...

Il pianeta diviso in 24 spicchi

C’è stato un tempo – neppure tanto lontano – in cui non esisteva un orario comune per tutta la Terra: ogni parte del mondo aveva il suo, calcolato sul sorgere e il tramontare del Sole. Ma nell’Ottocento con lo sviluppo dei collegamenti, delle comunicazioni e dei commerci, il problema divenne gigantesco. Immaginate una nave partita da un porto dell’Asia o dell’India e diretta con il suo carico in uno dell’Europa o dell’America: bisognava condividere l’ora esatta del suo arrivo. Lo stesso con i treni: come prendere le coincidenze senza un orario comune ai Paesi di arrivo e provenienza? Si decise, allora, di dividere il pianeta in spicchi, 24 per la precisione: i Paesi di quello spicchio, che hanno le stesse condizioni di luce, condividono la stessa ora, o fuso orario. Lo spicchio successivo verso destra è un’ora avanti, quello precedente verso sinistra una indietro. Con questo sistema si può sapere l’ora di ogni parte del mondo

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