Via libera dell’Unione Europea ai fondi per finanziare il Programma operativo nazionale (Pon) anche per le scuole paritarie in Italia. La svolta nei giorni scorsi con una lettera del commissario Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager.
Si tratta della risposta scritta all’interrogazione dell’eurodeputato Luigi Morgano del Pd, nella quale si chiedeva conto dell’azione europea sul caso dei finanziamenti destinati alle paritarie, ma bloccati, secondo fonti ministeriali italiane, per verificare se si potesse configurare il tutto «in aiuti di Stato».
Non solo, il commissario Ue conferma nella lettera che «i servizi della Commissione non si occupano attualmente di casi di aiuto di Stato » riguardo ai finanziamenti nell’ambito del Pon «a favore delle scuole paritarie in Italia», ma aggiunge anche che «le risorse provenienti dall’Unione» sono «considerate risorse statali se le autorità nazionali dispongono di un potere discrezionale in quanto all’utilizzo di tali risorse, in particolare per quanto riguarda la selezione dei beneficiari». Insomma i fondi li stanzia l’Unione, ma «le risorse sono generalmente assegnate sotto il controllo dello Stato, il quale seleziona i progetti da finanziare».
Ma la risposta del commissario europeo fa anche un passo ulteriore, ricordando che «dalla giurisprudenza della Corte europea di Giustizia si evince che l’istruzione pubblica organizzata nell’ambito del sistema scolastico nazionale finanziato e controllato dallo Stato può essere considerata una attività non economica». Dunque non si può parlare di aiuti di Stato e «tale approccio è stato confermato anche all’autorità di gestione responsabile del Programma operativo nazionale».
In parole semplici dall’Europa non ci sono problemi a includere i progetti didattici e di sperimentazione presentati dalle paritarie per i bandi del Pon. Una risposta che dovrebbe sbloccare in modo definitivo una vicenda che si protrae da mesi. Già il precedente governo aveva detto di essere favorevole all’inclusione delle paritarie nei fondi Pon e aveva previsto uno stanziamento specifico, ma al momento dell’emissione dei bandi 2018 le scuole non statali vennero escluse. Si disse allora che si doveva attendere una risposta proprio dell’Europa. A dire il vero il nostro Paese ha dovuto prima modificare l’Accordo di Partenariato tra Unione e Italia nel punto in cui diceva che i fondi Pon potevano andare solo alle scuole statali. La modifica introdotta parla ora di «scuole appartenenti al sistema scolastico nazionale», dunque paritarie incluse. Da Bruxelles avevano già fatto sapere che bastava questo cambio all’interno dell’Accordo per aprire i fondi agli istituti non statali. Ma ancora a maggio scorso si parlava di attesa per una risposta europea su presunti aiuti di Stato. Risultato? Paritarie ancora escluse e fondi destinati dalla Finanziaria 2018 congelati. Ma soprattutto un’ennesima situazione di incomprensibile ostruzionismo verso il sistema scolastico nazionale disegnato dalla legge 62/2000, nota come legge sulla parità scolastica. La risposta del commissario europeo non solo di fatto smentisce che vi sia stata un’inchiesta su presunti aiuti di Stato, ma rimette l’intera questione nel campo dell’Italia, che, dice chiaramente la lettera, «deve gestirli come fondi statali» e «per il sistema scolastico nazionale».
Nessun ostacolo europeo. Ora tutto è in mano a Roma e al ministero dell’Istruzione per la pubblicazione dei bandi sui fondi europei anche alle paritarie.