Il Movimento 5 Stelle si schiera in difesa di Report dopo le voci di una possibile sospensione del programma (smentita nel pomeriggio dalla presidente Rai Monica Maggioni). Il presidente della Commissione di Vigilanza, il grillino Roberto Fico, ha chiarito che il suo partito sarà al "fianco di chi fa informazione in maniera seria e indipendente, senza vivere di appartenenze e simpatie politiche". Spiegando che questa è "la principale colpa di Report, in queste ore è sotto attacco dei partiti che continuano a fare pressione per chiudere il programma".
"Danno a Report l'etichetta del M5S ma è un'idiozia. Il MoVimento non ha programmi "suoi" o giornalisti "in quota", queste sono cose che fanno Pd e Forza Italia, forse per questo fanno confusione - continua il leader pentastellato sul blog di Beppe Grillo -. Report è una delle pochissime trasmissioni d'inchiesta che fa servizio pubblico, se la chiudono devono fare lo stesso con tutti gli altri programmi di approfondimento. E trasformino quindi la Rai in una vetrina di soap opera. Così la Rai non sarà più servizio pubblico". Infine l'ultimatum già rilanciato da molti social in mattinata: "Se sospendono Report gli italiani sospendano il pagamento del canone".
Al fianco del settimanale di Rai3 si schiera anche l'UsigRai e l'Fnsi che affidano a una nota la loro solidarietà agli autori del programma: "Giù le mani da Report. Lo abbiamo già denunciato nelle settimane scorse, lo ribadiamo oggi: il giornalismo d'inchiesta è scomodo e tocca i potentati, politici ed economici. Il Servizio Pubblico, però, non può lasciarsi intimidire. Di certo, non lo faremo noi. Né lo farà la redazione di Report, al fianco della quale siamo con convinzione, come lo siamo stati sempre con tutti gli spazi di libertà che hanno tentato di imbavagliare". Così in una nota il sindaco dei giornalisti Fnsi e l'Usigrai.
Intanto dall'audizione in Commissione di vigilanza di oggi arrivano le prime reazioni alle esternazioni di Fico, dopo il chiarimento della Maggioni che ha escluso la possibilità di una sospensione: "Nessuno ha mai pensato per un secondo di chiudere Report. Non è passato per la testa di nessuno".
"'Report' ha fatto il 5,6% mentre la trasmissione sui borghi ha fatto il 10%. Non voglio sopprimere niente ma nemmeno mantenere in vita per forza. Voglio che si discuta se gli obiettivi vengono centrati e sono soddisfacenti", si difende invece il consigliere d'amministrazione, Guelfo Guelfi. Posizione simile a quella di un altro consigliere, Arturo Diaconale: "La vicenda di Report è emblematica. Il direttore ha responsabilità di ciò che pubblica, ma dentro la Rai chi ha questa responsabilità? In Rai si rischia di non trovare mai il responsabile. Dovrebbe essere chi fa il programma? Ma non ha la qualifica di direttore. Il capostruttura? Non è un giornalista e non è in grado di esercitare un ruolo di controllo giornalistico. Il direttore di rete? E perché? Se in Rai si applicasse la regola della carta stampata, si risolverebbe il problema. Il giornalismo di inchiesta è sacrosanto, ma credo anche che vada applicato il principio di responsabilità".