lunedì 15 ottobre 2012
​Un "doloroso episodio" che riporta alla mente il "dramma di tanti bambini e ragazzi" coinvolti nella separazione della famiglia. Così il vescovo di Padova Antonio Mattiazzo sulla vicenda del bambino portato via a forza dalla scuola e trasferito in una casa famiglia. Il padre ha rivolto un appello alla madre perché "collabori per il bene" di loro figlio.
L'intervento del vescovo Mattiazzo (testo integrale)
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Quello del bambino di Cittadella è un "doloroso episodio", che riporta alla mente il "dramma di tanti bambini e ragazzi" che si trovano a misurarsi con la fine del rapporto fra i genitori, che a loro volta, "trascinati da rabbia o sensi di colpa, papà e mamma separati appaiono disattenti nei confronti dei loro figli, del loro vissuto interiore, del loro dramma". A intervenire con una riflessione sulla vicenda il vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo. "Comprendo il dramma familiare degli adulti, ma altrettanto e ancor più mi sta a cuore il dramma dei figli, dei bambini", ha spiegato."Laddove non sia percorribile la strada della riconciliazione, non è mai lecito dimenticare quanto essi subiscano la rottura del rapporto d'amore dei genitori e vivano un dolore nascosto. Per questo, si dovranno mettere in atto tutte le attenzioni possibili affinché possano ritrovare quei valori, quali la fiducia nella vita e nell'amore, la fraternità e l'amicizia, la condivisione dei beni, l'onestà, la generosità, che spettano loro per natura e per diritto". Il vescovo ha poi voluto esprimere la propria "profonda gratitudine per le consacrate che, in questi giorni, hanno accolto Leonardo e tanti altri ragazzi nella loro casa-famiglia". Intanto il padre del bambino di dieci anni portato via il 15 ottobre a forza dalla scuola elementare ha lanciato un appello alla ex moglie "perchè collabori per il bene" del loro figlio, oggi a Cittadella si terrà una fiaccolata in solidarietà della famiglia materna. A deciderlo, nonostante le previsioni del tempo indichino in serata un violento temporale sulla zona, il comitato di mamme che già avevano manifestato solidarietà alla madre e ai nonni materni del piccolo. Madre e padre del ragazzino, dopo giorni di reciproche prese di posizioni, da 48 ore mantengono il silenzio.Lo stesso fanno gli avvocati di ambo le parti. E da ieri a Padova, gli ispettori inviati dal Ministero dell'Interno stanno vagliando tutti gli aspetti del caso, sentendo tra l'altro gli agenti e visionando il filmato fatto dalla polizia scientifica, prima di stilare una relazione.  Intanto anche ieri il bambino ha ricevuto la visita del padre nella casa-famiglia dove è stato portato dai servizi sociali di Padova che lo hanno preso in carico. Al bambino la madre, che a differenza delle prime ore della vicenda, ha chiuso ogni rapporto con i cronisti, ha mandato dei pigiami ed altri vestiti attraverso una conoscente della famiglia. Il piccolo, come ha ribadito oggi a Canale 5 il Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, Vincenzo Spadafora, "sta bene ed ha finalmente ricominciato a vedere il padre, giocando con lui, cosa che prima gli era stata impedita". Spatafora, che ieri ha fatto una visita lampo a Padova per acquisire informazioni sulla vicenda, ha evidenziato che il ragazzino "sta trovando un suo equilibrio fuori dai conflitti del padre e della madre" e che sta scrivendo dei temi molto belli. In uno di questi il bambino conteso ha raccontato di due alberi che "all'inizio non si capivano ma parlando, parlando, con il tempo diventarono amici. E da quel giorno vissero tutti in allegria". Dallo stesso studio televisivo il padre si è rivolto all'ex moglie: "faccio - ha detto - un ulteriore appello alla sua coscienza affinchè comprenda qual è il bene di nostro figlio e quindi collabori per il suo benessere a questo percorso in modo che, prima possibile, possa avere due genitori. Accetti - ha aggiunto - anche il fatto che esiste il padre, che esiste una famiglia paterna e che i comportamenti e le modalità dei rapporti finora tenuti sono gravissimamente dannosi".Sul fronte giudiziario prosegue il lavoro della procura euganea per stabilire le responsabilità penali delnonno e della zia materna, indiziati secondo gli agenti di polizia intervenuti alla scuola elementare, di aver ostacolato l'esecuzione dell'ordine di allontanamento dalla scuola firmato dal giudice della Corte d'Appello del tribunale dei minorenni di Venezia. Per nonno e zia materna del piccolo alunno potrebbe scattare l'accusa di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. A pesare potrebbero essere anche i possibili risvolti giudiziari relativi agli atteggiamenti tenuti, in particolare dalla madre, per opporsi all'operato dei carabinieri e poi della polizia in altri due casi, il 24 agosto e il 4 settembre. In queste due occasioni le forze dell'ordine non avevano dato seguito all'esecuzione del provvedimento dei giudici minorili ma avevano stilato dei verbali trasmessi alla procura.  Il nome della madre risulta già iscritto invece nel registro delle persone sottoposte ad indagine per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice in relazione, in particolare, agli accessi di carabinieri e polizia che avevano accompagnato gli assistenti sociali nell'abitazione dei nonni materni del piccolo appunto per dare esecuzione alla decisione del giudice di allontanamento del bambino dalla cerchia parentale materna. Secondo fonti qualificate, per fine ottobre sarebbe previsto un processo a carico della donna dopo una delle molteplici denunce dell'ex marito. Denunce che i due ex coniugi si sono fatte numerose volte reciprocamente e che ora saranno vagliate insieme agli elementi del caso nel suo complesso, dal pm padovano Maria D'Arpa. Al suo esame anche il filmato fatto all'esterno della scuola dalla zia, che sembrerebbe essere stato fatto non utilizzando un telefonino ma una telecamera. La polizia, intanto, fa quadrato attorno loro colleghi, una dei quali, un'ispettrice è stata oggetto in siti web di minaccia di morte.
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