Gianfranco Ferraro / Save the Children
Nell’età dei sogni gli incubi bussano quasi ogni notte. Hanno le fattezze “della polizia nei boschi della Croazia. Una volta ci hanno fatto camminare senza sosta in salita per ore, continuando a darci percosse, un poliziotto si divertiva a farlo, gli altri gli dicevano di smetterla, ma lui andava avanti”.
Il ragazzino, in età da scuola media, racconta anche di altri sconfinamenti andati male. “Ci hanno denudato e gettato in un fiume gelato, con le rocce che spuntavano dall’acqua. Una volta invece la polizia è arrivata, avevamo i piedi feriti e non siamo riusciti a scappare, loro avevano i cani. Quando abbiamo riprovato di nuovo a scappare, uno di noi è stato bastonato alla testa ed è morto. L’hanno preso e buttato nel fiume. il suo corpo non l’abbiamo ritrovato neanche noi”.
Il dossier di Save The Children, “Nascosti in piena vista. Minori migranti in viaggio (attra)verso l’Europa”, a cura del giornalista Daniele Biella, accompagnato sul campo dal celebre fotoreporter Alessio Romenzi, offre numeri ma soprattutto ricostruisce le storie dei più piccoli e soli tra i migranti.
Tra le 1.301 riammissioni dal confine italiano alla Slovenia nel corso del 2020 diverse associazioni segnalano la presenza di minori non accompagnati, identificati discrezionalmente come adulti dalla polizia di frontiera. Una prassi, quella delle riammissioni informali, che ora è stata interrotta. Lo ha spiegato la Prefettura di Trieste che nei giorni scorsi ha ricevuto i rappresentanti di Save The Children.
“A fine aprile 2021 erano 6.332 i minori ospitati in case d’accoglienza della Penisola - si legge -, nello stesso mese in 302 si sono allontanati dalle strutture mentre gli ingressi registrati sul territorio nazionale sono stati 453, di cui 149 da sbarchi. I restanti 304 sono stati rintracciati sul territorio, probabilmente passati quasi tutti dalla rotta balcanica”.
All’organizzazione internazionale è stata confermata “la sospensione delle riammissioni e l’attenzione della polizia di frontiera all’età dichiarata dai minori migranti”, si legge in un nuovo rapporto sulla condizione dei minorenni stranieri intercettati in transito nella Penisola.
SaveThe Children
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il documento lancia un allarme sui moltissimi minori soli che si muovono come fantasmi.
“Ogni giorno e ogni notte attraversano i confini degli stati membri dell’Unione Europea, Premio Nobel per la pace, che continua a chiudere gli occhi di fronte alle violenze che i migranti sono costretti a subire” afferma Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
Gli operatori di Save The Children hanno trascorso due mesi, da aprile e maggio, sulle rotte di minori e famiglie, tra Oulx, e Ventimiglia, sul confine francese, e poi Udine e Trieste, lungo la frontiera che affaccia sulla rotta balcanica. E’ così che hanno incontrato ragazzi come Ibrahim, partito che era bambino dal Bangladesh, dove a 11 anni aveva perso la vista da un occhio mentre senza alcuna protezione veniva fatto lavorare come saldatore: “Volevo venire in Italia per essere curato, ho viaggiato per un anno e la parte più dura è stata la rotta balcanica, dalla Croazia sono stato respinto 12 volte, in alcuni casi sono stato picchiato e derubato dalla polizia di frontiera. Ho camminato tanto a piedi, un mese e sei giorni dalla Bosnia, ero rimasto senza nulla da mangiare”. Giunto in Friuli è stato trovato dalla Polizia, che lo ha soccorso e affidato a un centro per la quarantena. “Questa è la prassi applicata in tutto il Friuli Venezia Giulia, dove gli arrivi sono in crescita: nei primi quattro mesi del 2021 i dati raccolti dall’Assessorato regionale alle Politiche dell’Immigrazione - si legge ancora nel dossier di Save the Children - parlano di un aumento dei flussi già del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
Gianfranco Ferraro / Save the Children
A Oulx, sul confine italo-francese, ogni giorno sono almeno 3/4 i minori soli ad approdare a un rifugio che li accoglie dopo i traumi e le fatiche del loro viaggio. I minorenni non accompagnati sono in gran parte maschi, ma non mancano i casi di ragazze in viaggio da sole, in particolare da Paesi dell’Africa Occidentale. “Il rischio di tratta e sfruttamento è concreto: in mancanza di vie legali e sicure gli adolescenti - osserva il rapporto - sono esposti a grandi rischi, ad attraversare pericolosi sentieri di montagna di notte, a vivere di stenti, a fidarsi dei passeur e di chiunque prometta loro un aiuto per l’attraversamento dei confini”.
Le immagini e le testimonianze sono state raccolte anche in un video di Alessio Romenzi, fotoreporter pluripremiato al World Press Photo.
A Trieste l’accoglienza dei minorenni appena intercettati e il successivo inserimento in comunità, dopo l’isolamento fiduciario, vengono coordinati in particolare da Gorazd Pucnik, direttore della “Casa per lo studente sloveno”, che accoglie una quarantina di minori non accompagnati ed è anche una scuola per la minoranza slovena in Italia. “Ricevo chiamate dalla Polizia e dai Carabinieri in ogni momento della giornata”, spiega Pucnik. Gli stessi agenti poi portano i minori nella struttura di isolamento fiduciario. Nel solo 2020 Pucnik ne ha registrati 1.360. Almeno la metà dei quali si è successivamente allontanata per proseguire il viaggio verso altri Paesi dell’Ue o destinazioni italiane.
Gianfranco Ferraro / Save the Children
Il 19 maggio 2021, sotto gli occhi di Save The Children sono arrivate 100 persone in piena notte. Tra essi alcuni minori non accompagnati. “In un anno sono 800 i minori passati dal centro di isolamento fiduciario”, spiega Antonio Morittu, coordinatore di una struttura della cooperativa Aedis. “Parecchi scappano - aggiunge -, hanno timore di non potere riprendere il viaggio. Altri si fermano e accettano di essere inseriti nelle comunità”.
Ed è proprio per questi ragazzi che Save the Children indica “la collaborazione solidale e reciproca fra gli Stati membri per la protezione e l’accoglienza dei minorenni come unica via possibile per un’Europa che non chiuda gli occhi davanti alle speranze e alle sofferenze dei più piccoli”, ma che dia loro l’opportunità “di far valere le proprie risorse e la propria determinazione per essere parte attiva della nostra società”.