lunedì 6 giugno 2016
​A urne appena chiuse, con i risultati appena sfornati, si passa subito ad elaborare le strategie verso il secondo turno, tra fronti anti-Renzi e diktat di partito. A Milano la lotta più serrata.

Sorprese dalle urne nelle grandi città
La delusione di Renzi: non sono contento
Prime manovre verso i ballottaggi
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Urne chiuse, scenari aperti verso i ballottaggi. Anche a ribaltoni che non sarebbero una novità e che già a Venezia lo scorso anno hanno visto Luigi Brugnaro (centrodestra) recuperare dieci punti e battere Felice Casson (Pd). Più o meno la stessa distanza che separa Roberto Giachetti da Virgina Raggi (35,2% contro il 24,9%). Più probabile però la formazione di fronti anti-governo che anche a Roma sembrerebbe lo scenario più realistico.

ROMA. In realtà nella Capitale nessuno se la sente di appoggiare Virginia Raggi apertamente: Berlusconi ha annnuciato che voterà scheda bianca, Giorgia Meloni, in merito a un possibile sostegno alla pentastellata, ha dichiarato di non essere sicura di voler "metterci la faccia". E però sia la candidata di Fratelli d'Italia sia Matteo salvini, suo alleato al primo turno, sono stati molto espliciti sul chi non votare: "Mai con il pd" è stato per entrambi il perentorio diktat. Facile pensare, a questo punto, che molti dei loro sostenitori finiranno per segnare la croce sul simbolo dei Cinque stelle. A sinistra Giachetti è chiamato ad un'impresa e la prima incognita rigurda quel 5% scarso raccolto da Stefano Fassina. Il candidato di Snistra Italiana rimanderà la decisione all'assemblea del suo partito che però non è affatto compatta e che potrebbe dividere il suo voto tra Raggi e Giachetti indipendentemente dalle indicazioni finali.

MILANO. A Milano la battaglia più serrata: la distanza al primo turno non arriva a un punto percentuale (Sala 41,7%, Parisi 40,8%), e anche se qui i grillini hanno messo insieme meno di un terzo delle preferenze raccolte a Roma, il loro dieci per cento si fa determinante. Un corteggiamento, benchè timido, è già cominciato: "Mi aspetto che sui cinque stelle ci sia un confronto sui temi. Non daranno indicazioni di voto, ma mi aspetto che invitino i loro elettori a votare per chi è più vicino e io credo che su questi temi e sul tema della legalità, i cinque stelle siano vicini a tante delle nostre idee e propositi. Ogni singola coscienza deciderà cosa fare" ha dichiarato oggi il candidato del centro sinistra Sala. Ma è difficile capire chi e come riuscirà ad accaparrarsi il tesoretto messo insieme dal candidato m5s Corrado.

NAPOLI. Discorso diverso a Napoli dove il Pd è già fuori dalla corsa e, per così dire, già  abbandonato dal Premier che proprio oggi ha annunciato il commisariamento del partito. Lettieri (Centrodestra) dovrebbe recuperare quasi venti punti percentuali: qualcosa di più simile a un miracolo che a un ribaltone. Senza contare che De Magistriis ha già tentato un primo flirt all'indirizzo dei grillini chiarendo come nel suo programma si "realizzino i loro contenuti".

TORINO. Il capoluogo piemontese è la città dove, più che altrove, sarà possibile misurare l'effetto anti Renzi. Qui il ballottaggio non si vedeva da 15 anni e il pd non è più il primo partito, superato dai pentastellati. C'è poi l'incognita a destra che al primo turno si è presentata divisa: Lega e Fratelli d'italia da una parte (8,39%), Forza Italia dall'altra (5,31). Insieme, dunque, superano di gran lunga il vantaggio accumulato da Fassino al primo turno.  

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