Un fermo immagine della votazione per l'autonomia differenziata, all'alba di mercoledì - ANSA
Dopo una lunga maratona notturna alla Camera, è arrivato il secondo e definitivo sì al disegno di legge sull'autonomia. L'aula di Montecitorio ha licenziato il provvedimento con 172 sì, 99 voti contrari e 1 astenuto: è legge. II sì al contestato disegno di legge, che secondo l’opposizione minaccia di allargare il divario tra Nord e Sud, arriva dopo l’approvazione del Senato, ieri pomeriggio, in prima lettura del ddl costituzionale che punta all'elezione diretta del presidente del Consiglio. Due “scossoni” che segnano due punti a favore del governo Meloni ma, allo stesso tempo, sembrano ricompattare le opposizioni.
Festeggia la Lega. il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari: “Il più grande grazie va alla comunità militante della Lega a cui oggi possiamo dire: "Ce l'abbiamo fatta. Oggi è una giornata storica perché arriva dopo un lungo percorso politico, per la Lega 40 anni, e per la storia del paese molto di più. Perciò è doveroso fare ringraziamenti".
La premier Meloni ha pubblicato un post su X: «Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà. Ecco i tre cardini del disegno di legge sull'autonomia differenziata approvato alla Camera. Un passo avanti per costruire un'Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono oggi tra i diversi territori della Nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull'intero territorio. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini».
Sulle barricate l’opposizione. Per la segretaria del Pd Elly Schlein viene sancito “che esistono cittadine e cittadini di serie A e di serie B a seconda della Regione in cui nascono. Non si è mai vista una sedicente patriota spaccare in due il Paese con questa autonomia differenziata fatta senza un euro". Schlein ha puntato il dito contro FdI apostrofando il partito di Giorgia Meloni "Brandelli d'Italia o Fratelli di mezza Italia". La segretaria del Pd ha puntato il dito contro il voto nella seduta fiume notturna voluta dal centrodestra, "forse perché si vergogna", ha aggiunto.
«Spaccano l'Italia col favore delle tenebre»; è stato il commento di Giuseppe Conte. «Da ieri e per tutta questa notte stiamo contrastando la maggioranza decisa ad approvare, in questa seduta fiume alla Camera, il disegno di legge Spacca-Italia, che condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l'istruzione, i trasporti». «Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze», ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle.
Lo sprint dell'autonomia arriva già dal pomeriggio di martedì, fin dall'apertura dei lavori di Montecitorio con la richiesta di inversione dell'ordine dei lavori avanzata dalla Lega per discutere subito il disegno di legge. La sospensione di un paio d'ore per permettere ai parlamentari delle opposizioni di aderire alla manifestazione in piazza Santi Apostoli contro le riforme, non rallenta certo il cammino dell'autonomia. Infatti, ripresi i lavori arriva lo "scatto" del centrodestra: poco prima delle 23 su richiesta di Tommaso Foti, capogruppo di Fdi, viene convocata la riunione dei capigruppo. Ed e' scontro tra le parti. L'aula vota per la seduta-fiume con la maggioranza determinata a non cedere neanche un minuto ai "rivali": e si continua ad oltranza fino al voto finale.
Intanto, incassato il via libera della Camera, Roberto Calderoli, padre del ddl, mostra sorridente in Transatlantico il testo del provvedimento. "Mi tremano le gambe per l'emozione", scrive sui social. Presente in aula, tra i banchi del partito, prima del voto finale, è anche il vice segretario leghista, Giancarlo Giorgetti. Foto di gruppo con bandiere regionali per i deputati leghisti che hanno così festeggiato il via libera definitivo al testo. I parlamentari hanno posato con Roberto Calderoli nel cortile di Montecitorio mostrando le bandiere di Veneto, Lombardia, Piemonte, Romagna e Calabria.
Esulta anche il leader della Lega, Matteo Salvini: «Una giornata storica. Una vittoria di tutti gli italiani: grazie a tutti». La seduta si conclude con i deputati M5s che cantano l'inno nazionale, sventolando i tricolori che molti tenevano al collo. E rimane qualche parlamentare appisolato sui divanetti del Transatlantico.
A margine di un convegno, di riforme istituzionali ha parlato anche il presidente della Cei. Sul premierato, ha detto il cardinale Matteo Zuppi, «ho risposto io con una raccomandazione per tutti e la ribadirei». Se vogliamo che le riforme durino «devono avere un coinvolgimento di tutti. Cerchiamo di fare tutti quanti il possibile perché sia così». Quanto all’autonomia differenziata, ha aggiunto il porporato, come Cei «abbiamo fatto un documento ufficiale, quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, si vede che non ci hanno preso sul serio, che dobbiamo fare?».
Anche il cardinale Pietro Parolin ha parlato dell'autonomia differenziata. Premettendo che il Vaticano «non ha competenza specifica» per commentare l'approvazione della riforma, il segretario di Stato ha osservato che «tutto è buono ciò che aiuta a far crescere la solidarietà». L’importante, ha aggiunto Parolin, è che l'autonomia differenziata «non crei nella sua attuazione squilibri, sperequazioni e differenziazioni tra una parte e l'altra d'Italia».