Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei - ANSA
Il cardinale Matteo Zuppi si esprime sul premierato, rimanda a un imminente documento del Consiglio permanente, per quanto riguarda l'autonomia differenziata e sulle elezioni europee dice: «Bisogna ricordarsi che l'Ue è nata dalla guerra per dire no alla guerra». Sono alcuni dei temi toccati dall'arcivescovo di Bologna e presidente della Cei nel corso della conferenza stampa di chiusura dell’assemblea generale dei vescovi italiani, svoltasi in questi giorni in Vaticano. A proposito del premierato, attualmente all'esame del Parlamento, sottolinea: «Gli equilibri istituzionali vanno toccati sempre con molta attenzione. Qualche vescovo si è soffermato su questo, esprimendo preoccupazione A titolo personale posso dire che è necessario tenere presente lo spirito della Costituzione, scritta da forze politiche non omogenee che però avevano di mira il bene comune. Dunque l'auspicio è che ciò che emergerà non sia qualcosa di contingente, cioè che non sia di parte. Comunque è un discorso ancora aperto, vediamo come va la discussione», ha osservato il presidente della Cei, ricordando che due anni fa il Consiglio episcopale permanente «ha indicato la legge elettorale come uno dei primi banchi di prova».
Sull'autonomia differenziata, invece, il cardinale non si è espresso direttamente, in attesa del documento (dovrebbe giungere domani 24 maggio), ma ha detto che c'è preoccupazione. Del resto nel comunicato finale si legge: "Alcuni progetti legislativi rischiano di accrescere il gap tra territori oltre che contraddire i principi costituzionali. È in gioco il bene comune che può e deve essere promosso sostenendo la partecipazione e la democrazia, valori al centro della 50esima Settimana Sociale dei Cattolici, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio». E comunque «non è solo un problema del Sud, ma di tutto il Paese».
Quanto alle elezioni europee, «le difficoltà che hanno i partiti ad essere un noi non può non preoccupare, perché vuol dire che i meccanismi di rappresentatività sono in crisi». Anche di questo si parlerà a Trieste”, ha annunciato Zuppi: «Non è possibile la cura comune per delega: non può non esserci un coinvolgimento personale, altrimenti qualcuno decide per te e si mina tutto l’organismo”. A proposito delle cosiddette “candidature civetta” il cardinale ha argomentato: «Da una parte si può contestarle dicendo che i candidati se verranno eletti non andranno mai a Bruxelles, dall’altra si potrebbe dire che i candidati ci mettono la faccia, come a voler dire ‘garantisco io. Per fortuna nella Chiesa non c’è questo problema”, ha poi scherzato. E citando la lettera scritta congiuntamente dalla Cei e dalla Comece e ha ribadito: «Siamo preoccupati, perché l’Europa rischia di dimenticare l’eredità straordinaria di chi ha combattuto per la libertà dal nazifascismo. L’auspicio è che la scelta sia per un futuro maggiore, e non minore, dell’Europa. L’augurio è che l’Europa si ricordi delle sue radici: perché non ci sia più guerra. Non una tregua, ma la pace, la capacità di risolvere i conflitti non con le armi«. «I conflitti finiscono quando impariamo a stare insieme», ha concluso il presidente della Cei: «L’impegno per la pace è costitutivo, e quindi deve crescere per l’Europa».
Sulla questione immigrazione, il cardinale ha citato gli 80 milioni stanziati anche quest'anno per lo sviluppo dei popoli dai fondi 8xmille. «Servono per permettere a chi vuole di restare a casa». Ma questo non deve far dimenticare il dovere di salvare le vite. «Mi stupisce e mi colpisce che c'è ancora chi metta in dubbio il fatto si salvare la vita. Se la pietà è morta siamo messi davvero molto male. Ma poi devi anche creare un sistema capace di accogliere».
Sulla questione povertà in Italia il presidente della Cei ha ribadito la preoccupazione dei vescovi e sulla corruzione perdurante come sull'infiltrazione mafiosa, ha detto che sono fenomeni da combattere oltre che con la repressione, con la promozione del senso civico e del bene comune.
Tra gli altri temi toccati nella conferenza stampa la nomina della psicologa Chiara Griffini a presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori («è una psicologa specializzata nell'ascolto delle vittime e dunque ha le mani in pasta, non sarà telecomandata»), il suo viaggio del 12 giugno in Terra Santa («un segno di vicinanza con il cardinale Pizzaballa e la sua comunità. Non credo sarà possibile andare anche a Gaza, ma se se ce ne sarà l'opportunità, perché no?») e la questione culturale. «Un argomento che sta a cuore a molti vescovi e tanti sono stati gli interventi sul punto - ha sottolineato - bisogna prevedere in futuro anche degli sbocchi operativi».