sabato 13 maggio 2023
Alzabandiera sotto la pioggia, omaggio a vittime di Covid e terremoto. Da quest’anno anche il manuale anti-molestie. E l'arcidiocesi mette a disposizione le chiese per 300 messe
L'omaggio a Gemona, città colpita dal terremoto nel 1976

L'omaggio a Gemona, città colpita dal terremoto nel 1976 - .

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«Non c’è pioggia che fermi gli alpini. Anzi, l’acqua è benedetta» sorride Dante Soravito De Franceschi, il presidente della sezione Ana di Udine, che tanto ha voluto questa 94esima Adunata nazionale in Friuli. «Peccato che non ci sia mio fratello vescovo, Lucio, perché è “andato avanti” anzitempo. Altrimenti – ammette - sarebbe arrivato con la fisarmonica, come aveva fatto in altri raduni».

La pioggia l’hanno affrontata anche loro, i “veci” che da Bergamo sono arrivati in marcia, insieme ai “fradis” di Como, usando il vocabolario friulano, con la reliquia del beato don Carlo Gnocchi, cappellano militare in Russia con gli alpini nella tragica ritirata. Dieci giorni di cammino, che si concluderanno oggi al tempio-sacrario di Cargnacco per finanziare, attraverso una raccolta fondi, la realizzazione del “CamminaOrobie, con un passo diverso”, percorso permanente, classificato “At” accessibile e turistico, per tutti.

Gli alpini di Bergamo l’altro ieri sono stati nella capitale del terremoto 1976, Gemona, per commemorare quei mille morti, ma anche le vittime del Covid bergamasche trasportate nella cittadina friulana per essere cremate. Storie di vita e di morte che s’intrecciano sotto uno sfilare di cappelli alpini che occupano la città e tutto il Friuli, finanche Bibione, lungo il litorale veneto, e i paesi confinanti della Slovenia: 500mila presenze in quattro giorni, 80mila alpini in sfilata domenica davanti alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e a numerosi ministri.

L’arcidiocesi di Udine, con l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato, ha messo a disposizione le chiese per 300 Messe e 70 corsi. Ieri mattina l’alzabandiera, a Udine, sotto il diluvio. Poi, nel pomeriggio, è comparso perfino qualche raggio di sole. Il presidente dell’Ana, Sebastiano Favero, ha anticipato quello che dirà all’autorevole rappresentanza del governo domattina. «Chiediamo di prendere in considerazione l’opportunità di utilizzare in sinergia le componenti civili e quelle militari - nel nostro caso gli Alpini in armi e quelli in congedo dell'Ana -, due realtà che sono in grado insieme di dare una possibilità di intervento veramente efficace in caso di emergenze, come anche ultimamente abbiamo dimostrato». Forte dei 12 campi scuola per circa un migliaio di ragazzi tra i 18 ed i 25 anni, che quest’estate saranno impegnati in una formazione soprattutto di protezione civile e sociale (come quella garantita durante i lockdown del covid) Favero si spinge più avanti e ipotizza la formazione di una vera e propria “riserva”.

Nove anni fa, nell’Adunata di Pordenone, aveva lanciato l’idea di una leva civile. Troppi soldi. Ma la “riserva” che l’Ana sta preparando è invece finanziariamente compatibile. «È una grande opportunità che la nazione può cogliere – ha insistito Favero - nell’usare in sinergia coloro che si formano e poi possono prestare servizio come volontari militari, e coloro che si formano e possono continuare nella loro vita civile, ma essendo preparati seriamente ad affrontare le emergenze. È una strada da percorrere - ha aggiunto -. Il governo e il Parlamento ci pensino soprattutto per i giovani, per avere un nuovo serbatoio e una riserva operativa altrimenti destinata nel tempo ad assottigliarsi». Protezione civile, ma anche sociale. Basti dire che l’anno scorso gli alpini hanno donato oltre 2 milioni di ore di lavoro volontario nel senso più puro del termine, perché nessuno del personale impegnato ha percepito un solo euro, monetizzabili, in un controvalore di oltre 57 milioni di euro. E ben 4,54 milioni di euro di offerte in denaro. Da qui la riconoscenza anche del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Sui campi di battaglia, in operazioni di pace, in soccorso alle popolazioni colpite da disastri naturali o impiegati nelle città per garantire la sicurezza dei cittadini, da sempre le donne e gli uomini degli Alpini sono esempio di coraggio, sacrificio e solidarietà».

Nei mesi scorsi l’associazione ha presentato anche un manifesto e un manuale contro le molestie sulle donne: un’iniziativa arrivata dopo le polemiche e le segnalazioni dell’anno scorso a Rimini.

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