Foto d'archivio
Un fenomeno che non accenna a diminiure, anzi. Anche, ma non solo, per colpa del web. E che vede -paradossalmente - le mura domestiche essere il luogo più pericoloso per i piccoli. Sono allarmanti i dati diffusi stamane del Telefono Azzurro, raccolti utilizzando le linee di ascolto da 20 anni attive all’interno dell’associazione. Nei primi tre mesi dell'anno i due canali di raccolta delle segnalazioni di Telefono Azzurro hanno gestito in totale 44 casi di pedofilia e abuso sessuale offline (quando l'episodio tra vittima e presunto responsabile è avvenuto di persona) e 21 online, per un totale di 65 casi. Nel 2022 il numero complessivo delle segnalazioni raccolte è stato di 275. Si tratta di dati allarmanti che rappresentano solo la punta dell'iceberg.
Lo scorso anno il 43% delle chiamate di ragazzi che hanno denunciato un abuso offline al servizio 1.96.96 di Telefono Azzurro è arrivato dalla fascia d'età compresa tra gli 11 e i 14 anni, mentre 1 su 5 aveva meno di 10 anni. Tra le vittime il 73% delle richieste di aiuto è arrivato da bambine. Tra i 202 casi segnalati nel 2022 al 114, il servizio di Telefono Azzurro cui si possono rivolgere sia minorenni sia adulti tramite chat o telefono, il 68% ha riguardato episodi avvenuti offline. Le mura domestiche restano il principale luogo dove si nasconde il pericolo. Dal dossier, infatti, emerge come i casi in cui l'abuso sessuale abbia coinvolto nel ruolo di responsabile uno dei genitori del minore rappresentino il 36% del totale. Tra le segnalazioni ricevute online il 40,5% ha avuto come oggetto la pedopornografia, il 33% ha riguardato l'adescamento online (grooming), il 19% la minaccia di rendere pubbliche informazioni a sfondo sessuale e il 17% sexting".
Il segretario di Stato Parolin - Ansa
Parolin: abusi piaga sociale, anche la Chiesa impegnata a combatterli
l tema degli abusi sui minori «tocca la coscienza collettiva, il Santo Padre ha sottolineato tante volte l'importanza di ascoltare, tutelare e proteggere i minori abusati e sfruttati». Il segretario di Stato Pietro Parolin, intervenendo al convegno organizzato dal Telefono Azzurro all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, ricorda come la sofferenza da abusi «è tra le più devastanti, è una ferita sociale che purtroppo non ha risparmiato nemmeno la Chiesa, Benedetto XVI ha innovato in questo settore e papa Francesco ha portato avanti la sua linea con idonei strumenti legislativi e canonici». Ora si tratta – ha aggiunto - di proseguire il percorso avviato nella prospettiva della verità e giustizia, i bambini hanno diritto di crescere in ambienti sicuri e sereni». Il segretario di Stato ha ricordato poi come l'attenzione alle vittime sia fondamentale e «mi pare che i meccanismi che sono stati previsti, anche a livello normativo, mettano in luce questo aspetto di attenzione, accompagnamento e di aiuto alle vittime in questo tristissimo fenomeno. E poi i meccanismi di prevenzione: trovare la maniera per evitare che nel futuro possano succedere queste cose, trovare la maniera di reagire immediatamente nel caso che dovessero succedere. Mi pare che la Chiesa si stia impegnando, anche con molta umiltà».
Baturi: spessore di una società si misura sulla capacitù di tutelare i più fragili
Conoscenza, preghiera, buone pratiche. Le persone più esposte, i più piccoli, sono le prime da tutelare. A ricordarlo, durante il convegno del Telefono Azzurro ''Ascoltare i bambini e gli adolescenti vittime di abuso sessuale per sviluppare interventi di aiuto e di tutela efficaci”, il segretario generale della Cei monsignor Giuseppe Baturi per cui «la tutela della dignità di ogni bambino come cartina di tornasole della nostra società. Siamo consapevoli che lo spessore di una società e della Chiesa si misuri sulla capacità di tutelare la dignità dei più fragili che hanno più bisogno di fiducia. Prendersi cura dei più piccoli significa prendersi cura della società e del nostro futuro. La dignità del bambino esige e merita protezione e fiducia». Ecco perché, ha aggiunto l’arcivesvovo di Cagliari, «serve uno sforzo educativo e culturale sintomatico della difficoltà a voler bene. Urge l'attivazione di un dialogo tra tutti gli attori della società, la cosiddetta amicizia sociale citata da Papa Francesco, ci vuole più creatività sociale». In questi anni «ci siamo preparati anche nei confronti della vita consacrata e prossimamente partirà anche un grande programma per gli insegnanti di religione cattolica – ha concluso -c'è poi il tema della repressione che richiede però l'attivazione di processi e strutture in grado di presentarsi come affidabili, il vero problema è che le vittime possano sentire fiducia nella Chiesa».
Il segretario della Cei Baturi - Agenzia Romano Siciliani
Meloni: fare fronte unico contro questo abominio
L'abuso e lo sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti «rappresentano i crimini più odiosi e aberranti che l'essere umano possa compiere. È un tema sul quale non ci può essere divisione, non ci può essere distinzione tra governo e opposizione o tra partiti politici, ma solo un unico fronte contro questo abominio», ha sottolineato la premier Giorgia Meloni, nel messaggio inviato al convegno organizzato a Roma dal Telefono Azzurro alla vigilia della Giornata mondiale contro gli abusi sessuali. «È necessario garantire ai nostri bambini una rete di protezione dai mostri che ne minacciano la salute fisica e mentale, il diritto a un futuro sereno e la dignità – ha proseguito la presidente del Consiglio - L'azione congiunta tra le istituzioni e tra le istituzioni e la società è improcrastinabile, così come il monitoraggio sui ragazzi da parte della famiglia, della scuola e delle autorità».
Caffo (Telefono Azzurro): coordinare gli interventi partendo dalla centralità della vittima
Il compito difficile è offrire alla vittime un luogo sicuro dove poter ascoltare, «rompendo così il silenzio rispetto a episodi che troppo spesso restano impuniti e sconosciuti – ha aggiunto il presidente del Telefono Azzurro, Ernesto Caffo – È necessario quindi mettere in campo azioni tempestive ed efficienti per ridurre il trauma ed evitare ulteriori vittimizzazioni del minore, lavorando tutti insieme per attuare alcune strategie che rafforzino la risposta e riducano il rischio su scala globale».