Il ghiaccio è rotto. Il primo faccia a faccia tra M5s e Pd, dopo il via alla trattativa per un nuovo governo sancito giovedì al termine delle consultazioni al Quirinale, si è tenuto oggi alla Camera, alle 14. Niente streaming però, a differenza degli incontri del 2013 e 2014.
C'è prudenza ma quello che emerge sembra descrivere un clima positivo tra gli interlocutori. "La riunione si è svolta in un clima positivo e costruttivo, che ci fa ben sperare sulle prospettive", ha detto appena uscito dall'incontro il capogruppo del Pd, Andrea Marcucci, che ha aggiunto: "Non vediamo di fronte a noi ostacoli insormontabili nell'andare avanti in un ragionamento costruttivo con il Movimento".
La delegazione dem era composta dai capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci, più il vicesegretario Andrea Orlando. Quella del M5s prevede i capigruppo Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli e i due vice, Francesco Silvestri e Gianluca Perilli. Non è ancora stato fissato, però, quello che potrebbe essere l'incontro risolutorio: il faccia a faccia tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti. I rispettivi staff non escludono tuttavia che possa esserci domani, sabato. Intercettato dai gornalisti all'uscita di un ristorante Di Maio ha dichiarato: «Il taglio dei parlamentari si deve fare e basta, se non c'è non c'è nient'altro. Ma questi (il Pd, ndr) già litigano, li conoscevamo abbastanza..., si chiarissero un po' le idee».
Da parte sua Luigi Di Maio, che non era presente all'incontro fa sapere che "c'è stata data una disponibilità da parte del partito democratico. Vedo anche che già litigano, quindi questo..". Restando criptico.
Scontro nel M5s sulle dichiarazioni di Di Battista
Alessandro Di Battista è entrato a gamba tesa nel dibattito di questi giorni con diverse dichiarazioni pesanti. "Il Movimento 5 Stelle ha oggi un potere contrattuale immenso. Tutti ci cercano. Ho visto nuove aperture della Lega al Movimento e mi sembra una buona cosa. Soprattutto perché non mi dispiacerebbe un Presidente del Consiglio del Movimento 5 Stelle. Ho visto inoltre porte spalancate da parte del Pd".
"Io - scrive ancora Di Battista sui social - sono convito che andando al voto adesso, presentandoci compatti e facendo una grande campagna elettorale, prenderemmo valanghe di consensi. Perché Salvini è molto più debole di quanto appaia e perché se si andasse al voto il Pd ci arriverebbe spaccato in 2,3 o 4 pezzi. Ciononostante, e lo dico da cittadino, non vorrei mai che la prossima legge di bilancio la scrivesse l'Unione Europea e tale rischio è altissimo votando a fine ottobre. E ancor di più pretendo due cose: 1. il taglio dei parlamentari 2. la revoca delle concessioni autostradali ai Benetton. Sono convinto che questi due obiettivi si possano raggiungere in questa legislatura, nella prossima sarebbe molto più difficile".
La filosofia del 5 stelle, attualmente non parlamentare, è chiara: "Ripeto, tutti ci cercano. Alziamo enormemente la posta sulle nostre idee e soluzioni per il Paese".
Di Maio si subito schierato dalla parte di Di Battista, ma molti 5 stelle invece non hanno gradito queste esternazione, in un momento a loro avviso critico, anche per il futuro del Movimento.
Luigi Gallo, fedelissimo di Roberto Fico, attacca Alessandro Di Battista. "Di Battista - dice Gallo all'Adnkronos - sta facendo una guerra spietata ad 11 milioni di cittadini italiani che ci
hanno votato per cambiare l'Italia, per investire in istruzione, rilanciare la green economy, l'innovazione e il lavoro per i giovani". Di Battista, incalza il deputato M5S presidente della Commissione Cultura di Montecitorio, "non ha mai creduto in questa legislatura perché aveva pronosticato che durasse poco ed oggi fa di tutto per sabotarla". "Credo che voglia sabotare" l'accordo con i dem "per andare al voto", aggiunge Gallo.
"Ma Alessandro Di Battista a che titolo parla? Io capisco che ognuno possa dire tutto però c'è anche il
momento del silenzio", aggiunge in una dichiarazione alle agenzie la deputata M5S Doriana Sarli
La polemica nel Pd, l'audio di Renzi su Gentiloni
Il riferimento fatto dal vicepremier è a una strada che resta piena di insidie: non bastassero le tensioni fra i pentastellati, sono tornate ad aprirsi quelle in casa democratica. Con al centro sempre Matteo Renzi. Succede che viene diffuso (sui siti di Repubblica e HuffingtonPost) un audio in cui l'ex premier ed ex segretario Pd, all'interno di una lezione tenuta giovedì (mentre al Colle andavano in scena le consultazioni) per oltre duecento giovani sui media e gli "spin" dei politici, sferra un forte attacco a Paolo Gentiloni, presidente del Pd e suo successore a Palazzo Chigi, accusato di aver provato a far saltare l'intesa con i 5 stelle.
«È Gentiloni che ha fatto passare il messaggio di tre richieste di abiura da parte del Pd ai 5Stelle», gli si sente dire nell'audio in relazione alle condizioni, circolate appunto giovedì, del no alla riforma sul taglio dei parlamentari, dei due decreti-sicurezza da abrogare e della prossima manovra da definire nei dettagli. Condizioni che non rientravano nella trattativa per com'era stata impostata: «I 5 stelle ci avevano detto "noi ci stiamo se ci garantite che possiamo arrivare almeno al referendum sul taglio dei parlamentari"», rivela ancora Renzi prima di aggiungere l'avvertimento finale, a uso interno: «Nel Pd, ove vi fosse la rottura, sarà un caos. Se uno, contravvenendo alle regole interne, con un spin fa saltare tutto non è detto che il Pd arrivi tutto insieme alle elezioni».
Intanto sono arrivati fino sulle pendici del Gran Paradiso i "rumors" che indicano Marta Cartabia, vice presidente della Corte costituzionale, come una delle principali candidate a guidare un Governo a trazione M5S-Pd. Lo ha confermato lei stessa all'agenzia Ansa, al rientro a Valsavarenche dopo l'ascensione ai 4.061 metri della vetta: "I rumors un pochino arrivano, arrivano ovunque, le onde arrivano fino lassù". Non ha voluto commentare oltre le indiscrezioni.