Il volley schiaccia la crisi economica con la fantasia. Ritocca i regolamenti e si affida alla tecnologia per agevolare le decisioni arbitrali. E intraprende la via autarchica per sopperire alla partenza di tanti campioni.
Domani riparte la caccia allo scudetto con tanti italiani titolari, soprattutto giovani. Alcuni di loro si sono fatti conoscere ai recenti Europei, dai quali sono tornati a casa con la medaglia d’argento al collo, altri cercheranno di uscire dall’anonimato nel campionato che, nonostante tutto, resta uno dei più belli del mondo.
Anche quest’anno non ci saranno retrocessioni fra le 12 società, 2 in più della scorsa stagione: un modo spiccio ma efficace per contenere i costi in un momento così difficile dal punto di vista economico. Una crisi confermata dalle tante partenze eccellenti, sia fra i giocatori che fra i tecnici, con destinazione i nuovi Eldoradi dello sport. Trento si è vista portare via, in blocco, mezza squadra dai turchi dell’Halkbank Ankara, compresi il fuoriclasse cubano Juantorena e l’allenatore-pigliatutto Stoytchev. Hanno fatto le valigie anche Savani e Travica, capitano e regista della Nazionale e di Macerata, per disfarle in Cina e in Russia. Ecco, forse è proprio questo il metro della crisi: nemmeno le due squadre più forti e titolate delle ultime stagioni sono riuscite a tenere i loro gioielli. Ma nessuno parla di smobilitazione, piuttosto di occasione, per guardare nei propri vivai e ribadire la bontà di una scuola che ha solide radici. È l’ottimismo della necessità, come dimostra anche il ct Mauro Berruto che continua a sperimentare giocatori e assetti senza, però, perdere l’abitudine di salire sul podio nei tornei internazionali.
Il volley ha la grande capacità di cambiare continuamente senza, però, snaturarsi. Si rinnova per adeguarsi ai tempi che mutano e gli appassionati si adeguano senza indugiare in inutili polemiche. Perché a guadagnarci è sempre il gioco e, di conseguenza, lo spettacolo. Come per l’introduzione del Video Check, la moviola elaborata dalle immagini di 12 telecamere, già sperimentata nei play off e in Coppa Italia, che consentirà di verificare se la palla è uscita o meno dal campo. Una soluzione tecnologica per evitare tante discussioni, in campo e fuori. I capitani delle squadre avranno a disposizione due richieste di replay per ogni set (più un bonus) e, dopo la valutazione da parte dell’arbitro, le immagini potranno essere viste anche dagli spettatori sul maxischermo. E si sta pensando di ampliare l’utilizzo del sistema video per chiarire i dubbi sottorete: valutare le invasioni di campo e i tocchi della palla sul muro. Un’autentica rivoluzione per lo sport italiano e un impegno gravoso per le tasche delle società di Serie A. Ma non c’è stata “alcuna voce contraria”, ha tenuto a sottolineare l'ad della Lega, Massimo Righi. E con lo stesso entusiasmo è stata accolta la nuova formula dei play off che prevede un doppio binario: da una parte ci sarà la lotta per lo scudetto, dall’altra, per le escluse dalle semifinali, un “torneo” per conquistare il quinto posto, che vale l’accesso a una coppa europea.
Nella corsa scudetto la Lube Macerata resta la squadra più solida, tallonata dalla Copra Piacenza del giovanissimo Rossini e di “nonno” Papi. L’Itas Trentino, invece, dopo sei anni di successi straordinari e, forse, irripetibili - in campo nazionale e internazionale - ha chiuso un ciclo ma non vuole chiudere alla speranza di rifondare un gruppo vincente. Come ha dimostrato nella finale di Supercoppa Italiana, la scorsa settimana, nella quale ha “demolito” la favorita Macerata. Una sorpresa che ha rimescolato le carte dei pronostici e lascia presagire un campionato molto più incerto di quello che ci si aspettava.