Balla contro i lupi. È la sintesi di questa seconda avvincente, quanto turbolenta, giovinezza mediatica che a 68 anni sta vivendo Gianni Rivera. L’ex n. 10 del Milan, nonché primo Pallone d’oro italiano (nel 1969), è in assoluto il protagonista più chiacchierato dell’ultima edizione del programma di Rai1
Ballando con le stelle. Nella balera nazionalpopolare di Milly Carlucci, si muove con passo cadenzato, ma con lo stesso stile e mestiere con cui, anche di spalle, serviva assist al bacio per il galoppante Pierino Prati. Chi del pallone non s’intende, apprezza il personaggio danzante, mentre i riveriani di ferro non gliela stanno facendo passare liscia.
Alcuni suoi tifosi, anche giornalisti, le rimproverano di comportarsi come un “Vieri qualunque”...«Beh penso che sia un giudizio estremamente severo. Specie nei confronti di Bobo Vieri che è stato un grande calciatore e ora anche un ottimo compagno in questa avventura televisiva. A volte ho l’impressione che chi scrive pensi di essere il Verbo, mentre invece a quello che ne so io l’unico Verbo che si è incarnato ed è morto per tutti noi in croce, è vissuto e ha operato su questa terra duemila anni fa».
Ammetterà che vederla ballare in tv è spiazzante quanto un rigore calciato da Rivera.«A chi è giovane o a quelli più anziani dalla memoria corta, allora ricordo che sono stato il primo calciatore che ancora in carriera conduceva una trasmissione televisiva: si chiamava “Caccia al 13” e andava in onda su Telemilano. Parlavo di calcio con scrittori e giornalisti come Beppe Viola. Invitavo perfino gli arbitri: ebbi l’occasione di avere in studio Concetto Lo Bello senza doverci litigare...».
Qui ora sta facendo litigare i suoi fans da stadio che gli rinfacciano di aver incassato 400mila euro per ballare.«La cifra non è quella e se vogliamo dirla tutta mi sono anche ridotto il compenso. Qua ci vuole che ci mettiamo d’accordo: se domattina facciamo una legge e tutti e sottolineo tutti, decidiamo che si può cominciare a vivere senza soldi, ripristinando anche il baratto, io sono il primo a sottoscriverla, ma vivo in un mondo in cui ci sono delle leggi di mercato e io mi limito a rispettarle. E poi <+corsivo>Ballando<+tondo>vive interamente di sponsor ed è una risorsa per tutta la Rai».
Parla quasi come Fiorello, dobbiamo abituarci a un Rivera futuro uomo-Tv?«Fino ad aprile di sicuro, poi si vedrà. La Tv è un mezzo importante che va usato, il pericolo è quando la Tv ti usa e questo ad esempio è un rischio che corre spesso il calcio».
Lei è il presidente della Figc Giovanile e Scolastica, imbarazzato che i bambini la guardino in Tv?«I bambini sono molto più spontanei e non fanno i pensieri contorti degli adulti. E poi scusate, ma se uno diventa un mito stando per anni tutte le domeniche in “mutande” dinanzi a 80mila persone, una volta che indossa uno smoking e balla allora di colpo è un buffone? L’essermi rivestito lo considero un atto di gran lunga migliorativo».
Dirigere una Federazione calcistica e ballare però non sarà mica la stessa cosa?«Io il presidente della Figc Giovanile e Scolastica continuo a farlo a tempo pieno e a titolo gratuito, che si sappia. Il ballo poi è eleganza e penso che gente come me, Schiaffino e tanti altri campioni di ieri e di oggi hanno sempre messo l’eleganza al servizio del calcio. Trovo poco elegante invece chi si scandalizza se adesso parlo di Fred Astaire o Gene Kelly. E poi la danza è comunque uno sport con tanto di federazione, peccato che è continuamente commissariata...».
Anche il calcio ha i suoi belli scandali e quanto al settore giovanile professionistico c’è la questione che i figli degli stranieri non sono ancora parificati.«Sono leggi che vanno cambiate e spero che ci riusciremo presto. Il mio sogno è vedere un domani squadre con 11 Balotelli: figli di stranieri certo, ma nati e cresciuti in Italia».
Ragionamenti da presidente di calcio illuminato, ma non le sarebbe piaciuto rimanere al vertice del Milan?«È tardi, ho lasciato quel ruolo (vicepresidente, ndr) nell’86. Dopo aver affrontato una serie di pesanti crisi finanziarie, auspicavo che se un giorno fosse arrivata una proprietà che ci metteva i soldi veri, io sarei stato disposto a farmi da parte. È arrivato Berlusconi e come promesso ho tolto subito il disturbo».
Via dal Milan, ma l’amore per la squadra è rimasto...«L’amore è un sentimento che riservo per mia moglie Laura, per una squadra di calcio mi limito alla forte simpatia. Il rossonero è un colore che porto dentro di me e che non ho mai avuto bisogno di esibirlo, la gente sa quanto ho dato e quanto sono legato al Milan».
Siamo nella settimana del derby, vogliamo azzardare un pronostico?«Innanzitutto mi fa piacere che giochino di domenica sera, chissà forse l’hanno fatto per me e per non andare in concorrenza con
Ballando – sorride divertito – . Il Milan ha qualcosa in più, ma l’Inter dopo i tanti problemi della prima parte del campionato pare in ripresa e magari può anche vincerlo questo derby... Io spero tanto di no».
La corsa scudetto però ormai pare restringersi a Milan e Juve.«Sembra un duello tra loro, ma l’Udinese è lì a due punti e non molla, magari chissà che non si compia la vecchia storia che tra le due litiganti la terza gode».
Ultimo giro di valzer: che cosa le direbbero vedendola ballare in tv Nereo Rocco e Gianni Brera?«Rocco qualsiasi cosa pensasse me la diceva con un’ironia sferzante, ma sempre in chiave positiva, quindi vedendomi in pista potrebbe augurarmi: “Che vinca il migliore... Anzi, speremo de no!”. Brera magari aggiornerebbe l’Abatino, dandomi del Ballerino...».