Per rimanere in corsa nel G8 europeo alla Juventus serviva «spensieratezza », parola d’ordine nel mantra allegriano, e una gara perfetta, a detta di tutti, per ribaltare il pesante - e quasi impossibile - 2-0 inferto all’andata dall’Atletico Madrid dello sfacciato Simeone.
E la la Juventus indottrinata a dovere dal buon conte Max Allegri, uno che non si esalta mai nella vittoria come non si abbatte nella sconfitta, è riuscita nell’impresa. Il tutto grazie a una prestazione collettiva magistrale dei bianconeri e l’ennesima prova “divina” di Cristiano Ronaldo che manda agli archivi una gara con tanto di “triplete” personale. La storia di questo match con “remuntada” spettacolare inizia con un gol al pronti-via.
Lo segna capitan Chiellini che ribadisce in rete una palla sporca, in mischia, che sfugge ai guantoni del portiere Oblak. L’arbitro Kuipers però vede una carica di Ronaldo sull’estremo difensore e annulla. Ma la Juve è tonica, ispirata, come Bernardeschi (gran prova di tecnica e cuore, tardelliana), scelto dal primo minuto al posto di Dybala (subentrato nei minuti finali), insieme al dinamico Spinazzola al debutto in Champions. L’ex pupillo di Gasperini all’Atalanta non fa rimpiangere De Sciglio, anzi, promosso a pieni voti. Spinazzola osa sempre l’uno contro uno e pennella cross in quantità industriale, anche con il piede mancino.
E proprio da un cross sul fronte di sua pertinenza nasce il gol del vantaggio: assist al bacio di Bernardeschi che pesca Cristiano sotto porta e l’asso portoghese da eterna bestia nera dei “Colchoneros” nei tanti derby madrileni non perdona. I ragazzi del “Cholo Simeone”, i più grandi distruttori di gioco del Vecchio Continente, contengono a fatica l’esuberanza juventina, anche se l’ex di turno, Morata, allo scadere del primo tempo ha la palla del pari ma la spreca, inzuccata alta sopra la traversa di Szczesny che vive una serata da spettatore non pagante.
Si va al riposo sull’1-0 con la Juve che dà la sensazione di essere padrona del gioco e del campo e di poter chiudere il match nei febbrili 90’. Cosa che fa dopo appena 3 minuti della ripresa: raddoppio di Cristiano (colpo di testa che Oblak respinge quando il pallone è oltre la linea). E infine il rigore nel finale procurato dall’incontenibile Bernardeschi che Ronaldo trasforma con freddezza glaciale. Finisce nell’apoteosi del popolo bianconero che omaggia CR7 e tutta la Juve. È la notte del 7 anche per il Manchester City di Guardiola che liquida lo Schalke con un cappottone, 7-0. Simeone perde la faccia, Allegri e Guardiola, due belle facce da quarti, e forse anche da finale.