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Arriva dalla canoa, federazione con un passato ricco di medaglie olimpiche, e porta il nome di Manfredi Rizza, il decimo argento azzurro di queste Olimpiadi. Nel K1 200 metri della canoa sprint, nelle acque del Sea Forest Waterway, l’azzurro di Pavia, non ha mai mollato, tanto che per decretare la vittoria si è dovuti attendere il fotofinish. Rizza ha ceduto la medaglia d’oro per appena 45 millesimi all’ungherese Sandor Totka (35"035). Una medaglia preziosa per questa Federazione, che dopo un periodo non facile, si è ritrovata attorno al neo presidente Oreste Perri. Un argento che salva la spedizione azzurra in Giappone dei canoisti dopo tre giorni di delusioni. Un successo che arriva 25 anni dopo le Olimpiadi di Atlanta che videro il trionfo di Antonio Rossi nel K1 500 e di Beniamino Bonomi nel K1 1000. Per Rizza “è una medaglia importante, la più preziosa della mia carriera, che premia 12 anni di sforzi, di dedizione alla canoa”. E’ questa l’ultima medaglia per questa specialità, da Parigi 2024 infatti il K1 200 non sarà più prova olimpica. Rizza, ingegnere meccanico, ai Giochi di Rio si era classificato al sesto posto. Per il futuro, se vorrà vivere da protagonista l’Olimpiade parigina, sarà costretto a rivedere la sua preparazione, e i programmi di gara. (Pierfranco Redaelli)
Paltrinieri, straordinario bis: è bronzo nella 10 km di nuoto
Nuotare per dieci chilometri in una scia di schiuma, con il sale che ti brucia la bocca, e il respiro affogato dal mare bollente. Sapere che c’è un tedesco davanti, che parte forte e che probabilmente non lo raggiungerai. Ma che serve resistere, che c’è un podio che ti aspetta sulla riva. Gregorio Paltrinieri non si è arreso alla stanchezza: è passato dalla piscina alle acque aperte della baia di Tokyo: quella che per lui non cambia mai è la determinazione, più forte di tutto. E’ medaglia di bronzo alla fine nella massacrante 10 km di fondo, la maratona del nuoto. Dopo quella d’argento conquistata pochi giorni fa negli 800 stile libero (e la delusione per il quarto posto nei 1500), è la prima medaglia olimpica al maschile in questa specialità. Ma è un bis straordinario, e vale un tesoro considerando le precarie condizioni fisiche e le difficoltà che Paltrinieri in questi mesi ha dovuto superare per arrivare a Tokyo nonostante i postumi della mononucleosi che aveva rischiato di escluderlo del tutto.
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Invece Greg ha nuotato una volta ancora oltre ogni aspettativa. Una sofferenza da quaranta bracciate al minuto nell’acqua a 29 gradi per tenere il passo dei più forti, e finire terzo dietro al tedesco Wellbrock e all’ungherese Rasovsky arrivando appena due secondi dopo di lui. Per Gregorio è la seconda medaglia del coraggio in questa Olimpiade: “Sono soddisfatto – dice alla fine -, è il massimo di quanto potessi fare. Credo che sia la giusta ricompensa dopo due mesi d’inferno per me. Chiudo questi Giochi con due podi, e va bene così: forse le prospettive erano più ambiziose a livello di qualità di medaglie soprattutto, ma per come cono arrivato qui è già tantissimo. Dove ho trovato le energie? Nella concentrazione: ho pensato che questa trasferta ancora non mi aveva soddisfatto, che serviva un’altra medaglia per farmi sentire a posto. Così ho dato tutto”. (Alberto Caprotti, inviato a Tokyo)