Scommessopoli non guarda in faccia a nessuno, e che si tratti di palloni che rotolano in rete, di cavalli o di racchette poco importa, ciò che conta è il banco milionario delle combine al quale si siedono ogni giorno migliaia di giocatori incalliti.
Perciò stupisce, ma fino a un certo che anche nel tennis si annidi la cellula perniciosa delle scommesse. Così mentre a Melbourne si apre l’edizione 2016 degli Australian Open, da Londra la Bbc e dagli Usa il
sito web Buzzfeed informa che nell’ultimo decennio almeno 16 tennisti top-class, inseriti tra i primi 50 del ranking mondiale, si sarebbero prestati alla pratica antica, in questo caso quanto il tennis, di «aggiustare i match». La partita madre da cui è partita l’inchiesta sulle «gare sospette» risale al 2007, il match tra
Nikolay Davydenko e Martin Vassallo Arguello. I due tennisti a lungo indagati sono stati scagionati, ma intorno al loro incontro sospetto si sarebbero aperti altri fascicoli paralleli in cui si ipotizzava l’esistenza di un sistema di scommettitori all’interno del circuito tennistico internazionale. «Un’illazione», secondo la Tiu (Tennis integrity unit) organismo deputato a verificato a controllare la regolarità delle partite che da sempre sbandiera la «tolleranza zero» dinanzi a ipotetici fenomeni di illecito nel tennis, nel quale nel 2009 è stato introdotto un codice etico anti-combine. Ma i documenti in possesso della Bbc e di Buzzfeed News vanno assolutamente nella direzione contraria, con la denuncia di un giro di affari milionario che interesserebbe anche gli scommettitori italiani. «I documenti che abbiamo ottenuto - afferma la
Bbc online - mostrano come le indagine abbiano trovato cartelli di scommettitori in Russia, Italia settentrionale e Sicilia che hanno guadagnato centinaia di migliaia di sterline con scommesse su partite truccate». Almeno dieci i tennisti più allenati alla pratica delle partite combinate, tutti ancora in attività e otto di loro regolarmente in campo in queste ore proprio agli Australian Open. Nessun provvedimento preso finora a loro carico, eppure la portata dello scandalo è inquietante se si pensa che tre dei match sospettati si sono disputati nel tempio tennistico di Wimbledon.