Allo Stadio dei Marmi di Roma la delegazione degli atleti dell’Italia impegnata agli “Special Olympcs” in corso a Berlino
Sul prato dove l’Italia del calcio si laureò campione del mondo nel 2006, sfilano in settemila provenienti da 190 Paesi, di cui anche 97 italiani. Non siamo ai Giochi olimpici eppure a Berlino si è messa in moto un’organizzazione complessa, con tanto di cerimonia d’apertura, andata in scena dentro l’Olympiastadion, degna dei cinque cerchi. Non a caso la fiamma della speranza è stata accesa in Grecia ed è giunta nella capitale tedesca dopo aver attraversato l’intera Germania, in una staffetta che ha sensibilizzato il Paese sul tema della disabilità intellettiva. Da oggi, 18 giugno, fino a domenica prossima verranno assegnati titoli in 26 sport, ma più dei risultati conteranno le strette di mano, le relazioni tra atleti, le pacche sulle spalle e la voglia di mettersi in gioco. I Giochi Mondiali Estivi di Special Olympics (competizione iridata per atleti con disabilità intellettive) sono infatti l’occasione per dare visibilità a chi ha iniziato un percorso con costanza e determinazione, affrontando le difficoltà a testa alta, con l’obiettivo di battere un avversario particolare, rappresentato molto spesso dai propri limiti. Luna ha 26 anni e ha sconfitto la timidezza sul campo di basket 3x3, la millennial Greta socializzerà sul parquet del volley, la quarantottenne Elisa, affetta dalla sindrome di down, si destreggerà nell’equitazione, il sedicenne Alessandro sguazzerà in piscina, Arturo farà parte del team del basket unificato e ogni sera chiamerà casa per salutare moglie e figlio.
I Giochi Mondiali sono un’opportunità unica per sviluppare autonomia e piena coscienza delle proprie capacità e potenzialità. Un’esperienza che potrà cambiare e migliorare la vita, pertanto i 97 azzurri si sono allenati per farsi trovare pronti, perché nel festival sportivo delle disabilità intellettive con la forza di volontà tutto è possibile. Gli italiani hanno trascorso tre giorni di ambientamento a Hannover, poi sono giunti a Berlino dove saranno impegnati in diciassette discipline: atletica, badminton, bocce, bowling, calcio a cinque unificato, equitazione, ginnastica artistica e ritmica, golf, nuoto, nuoto in acque libere, pallacanestro tradizionale e unificata, pallavolo unificata, beach volley unificata, tennis e tennistavolo. Unificato significa che atleti con disabilità intellettive e partner senza disabilità giocano insieme nella stessa squadra. L’inclusione è infatti al centro dell’idea dei Giochi, tanto che il motto della rassegna è Unbeatable Together, imbattibili insieme. L’inaugurazione ha salutato la sfilata delle delegazioni, con un membro per squadra intento a versare in una bacinella l’acqua portata da casa. Successivamente Timothy Shriver, presidente di Special Olympics International e figlio della fondatrice, Eunice Kennedy, la sorella del Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald, ha rivolto un saluto ad atleti, familiari, accompagnatori e spettatori, prima che la bandiera di Special Olympics salisse sul pennone sulle note della canzone Disney “Go the Distance”.
Lo spettacolo inclusivo ha preceduto il giuramento degli atleti (“Che io possa vincere ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”) e la dichiarazione solenne di apertura pronunciata dal presidente della confederazione tedesca Frank-Walter Steinmeier. Infine l’accensione del tripode, l’esecuzione dell’inno della manifestazione “Are You Ready” e lo spettacolo pirotecnico che ha catturato anche l’attenzione dei turisti nel centro della capitale e lungo la Sprea. « Nel 1989 a Berlino è stato abbattuto il muro della paura. E noi abbatteremo i muri dell’indifferenza e della discriminazione », ha osservato il presidente di Special Olympics Italia, Angelo Moratti. Grandi eventi come questo servono infatti a far conoscere una realtà in cerca di riscatto attraverso lo sport. Donne e uomini, ragazze e ragazzi, messi nelle condizioni di sperimentare nuove attitudini e capacità, abilità e successi. Scoprire la gioia, la fiducia in sé stessi e la piena soddisfazione sul campo di gioco, per poi riversare questo ottimismo nella vita, uscendo dal nido della solitudine e della chiusura. E magari riuscendo anche a trasformarsi in fonte d’ispirazione per altre persone.
Per coprire le spese della spedizione tricolore in terra teutonica Special Olympics Italia ha lanciato la raccolta fondi “Adotta un Campione”. Le donazioni – attraverso il sito Internet ioadottouncampione. it – esaudiranno i sogni degli azzurri. Come Grace, che ha scelto l’atletica per rompere le sue inibizioni, oppure la spoletina Irene chiamata a esibirsi sul rettilineo dei 100 metri piani, o ancora la trentatreenne Michela che combatte le difficoltà relazionali abbattendo i birilli con una boccia da bowling. E infine che chi ambisce a parare il rigore decisivo, come Giovanni, il portiere dell’Italia del calcetto. Tiri insidiosi, deviazioni beffarde e cattivi rimbalzi. Situazioni negative che si possono superare, decorando per una settimana di verde speranza il cielo sopra Berlino.