Olimpiadi invernali in dirittura d'arrivo. Aprono i villaggi degli atleti, prime
bandiere appese, primi campioni a sbarcare. E un appello alla
Russia di 52 sportivi di oggi e di ieri affinché venga revocata
la legge antigay.
A una settimana dal via Sochi comincia a
respirare aria olimpica, ma al centro - nonostante il clima di
festa nei siti a cinque cerchi - resta sempre il tema politico. L'inaugurazione ufficiale del Coastal Village nella città sul
Mar Morto e delle altre due strutture (il Mountain village è il
più grande e ospita 3.000 persone, l'Endurance per fondo e
biathlon poco più di mille) ha comunque dato il via libera al
conto alla rovescia all'inizio di questa edizione tanto discussa
dei Giochi olimpici invernali.
Aperte le strutture (con festa dei volontari, musica e
"sindaci" d'eccezione come l'astista d'oro Yelena Ysimbayeva)
adesso si attende l'arrivo di tutti gli atleti. I primi azzurri a sbarcare in
Russia saranno quelli dello short track, capitanati da Arianna
Fontana, bronzo a Vancouver (per loro prime gare dal 10
febbraio). Con lei anche Martina Valcepina, Elena Viviani, Lucia
Peretti, Cecilia Maffei, Yuri Confortola, Tommaso Dotti, Anthony
Lobello, Nicola Rodigari e Davide Viscardi.
Il presidente dell'Assemblea generale
delle Nazioni Unite, John Ashe, ha poi rivolto dal Palazzo di
Vetro un appello agli Stati membri affinché rispettino l'antica
tradizione della tregua olimpica.
Tra polemiche e allarme sicurezza arriva anche il primo stop
per doping: per la biatleta russa Irina Starykh, sospesa dopo
essere risultata positiva a un controllo, i Giochi finiscono
ancora prima di cominciare. La stessa atleta si è infatti
ritirata dalla squadra di casa.