sabato 18 novembre 2023
Il tennista azzurro batte anche Medvedev in tre set e ritrova il numero uno del mondo (che ha piegato Alcaraz, ma che ha già superato nel girone) per la sfida decisiva. "Darò il massimo"
Jannick Sinner, primo italiano in finale alle Finals di tennis

Jannick Sinner, primo italiano in finale alle Finals di tennis - ANSA

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C’è una cometa che si è fermata nel cielo di Torino da una settimana. E non ha proprio intenzione di andarsene via. Si chiama Jannik Sinner e anche oggi 19 novembre (ore 18,00, diretta su Raiuno) illuminerà il campo centrale del Pala Alpitour per l’atto conclusivo delle Atp Finals. Ritroverà in finale Novak Djokovic, che ha battuto Carlos Alcaraz in due set nell’altra semifinale.

Dopo Tsitsipas, Nole e Rune, anche Medvedev è rimasto folgorato (per la terza volta consecutiva) dai colpi dell’italiano. 6-3 6-7 6-1 il punteggio che ha regalato all’altoatesino e a un intero Paese il sogno di vivere una storica finale in casa. Mai nessuno come Sinner. È il primo in assoluto nella storia del tennis italiano a raggiungere questo traguardo in 54 anni di Finals.

“La saggezza si può raggiungere solo attraverso la sofferenza”. Non è solo uno dei paradigmi delle tragedie greche, ma sembra essere anche il fil rouge che lega la carriera di Jannik, il torneo di Torino e la semifinale con Medvedev. Tante le critiche e i passaggi a vuoto che ha dovuto superare in questi anni. Tante le difficoltà con le quali si è scontrato per arrivare in semifinale: la battaglia soprattutto mentale con Djokovic e la sfida con Rune complicata da un problema alla schiena. E ieri, ancora una volta, ha trovato la via d’uscita dal labirinto nel quale era finito dopo il secondo set. Senza prime di servizio, con il russo in fiducia e aggressivo come non lo era mai stato in questa settimana.

L’italiano ha sofferto, ma da quella sofferenza ha imparato, ha tratto forza e consapevolezza. È diventato saggio, è diventato forte. Tanto da vincere le ultime tre partite nello stesso modo, tutte in lotta, tutte al terzo set.

Che avremmo assistito a un lieto fine, però, lo si era capito già dai secondi che hanno preceduto l’inizio dell’incontro. Sinner perde il sorteggio, Medvedev sceglie di rispondere e Jannik fa uno sprint degno del miglior Jacobs per andare a fondo campo. Non vede l’ora di iniziare. Alla Rafa Nadal nei pre partita, verrebbe da dire. E, per come è stato dominante sul veloce in questa settimana, il paragone con lo strapotere dello spagnolo sulla terra rossa viene quasi naturale. Almeno per quanto riguarda il contesto indoor, nei prossimi anni assisteremo quasi sicuramente ad una “Sinnermazia”.

Alla vigilia dell’incontro c’era la curiosità di sapere che cosa avrebbe cambiato tatticamente Medvedev per arginare il gioco di Sinner dopo le sconfitte a Pechino e a Vienna. Pronti, via, subito scoperto. Il russo non vuole per nessun motivo concedere il pallino del gioco all’italiano. Forza con il dritto e risponde aggressivo.

Nel primo set, però, Sinner tiene, aiutato soprattutto dal servizio, ormai diventato un punto di forza imprescindibile, e da qualche uscita con le smorzate. La svolta arriva nel quarto game sul 40/0 per Medvedev. È un rovescio lungo linea di Jannik tirato con prepotenza che cambia le carte sul tavolo. Quasi a voler rimarcare chi è il tennista in campo con più potenza. E da quel momento in poi, Medvedev sembra accusare mentalmente il colpo. Un errore a rete, un doppio fallo e un errore di dritto portano a palla break Sinner che sigla il 3-1. Il sorpasso viene confermato nel game successivo con un passante sul quale Daniil può solo mettere la racchetta. Primo set chiuso, tanto per cambiare, con un servizio vincente.

Ma è proprio il servizio che viene improvvisamente a mancare nel secondo. Cercasi prima palla disperatamente, senza nessun successo. Tuttavia, Jannik riesce comunque ad arrivare al tiebreak, vinto da Medvedev per sette punti a quattro. Il modo in cui l’italiano regala il set point non lascia presagire buoni segnali. Si butta indietro con il corpo colpendo con il dritto e la palla finisce lunga. Sembra un segno di resa.

Ma Jannik riesce a sorprendere tutti ancora una volta, anche il suo coach Simone Vagnozzi. “Oggi ha stupito anche me. A fine secondo set la partita era diventata difficile, ma nel terzo è uscito fuori con un’energia pazzesca e ha giocato in maniera clamorosa”, ha dichiarato Vagnozzi dopo il match.

Tutto vero. Nel terzo Sinner ritrova magicamente il servizio e approfitta di una pazzia di Medvedev che su una palla break nel secondo game decide di forzare la seconda commettendo doppio fallo. Da lì in poi è una sinfonia tutta italiana, arricchita dal suono dei rovesci lungo linea dell’altoatesino. Stordenti per il russo. Armoniosi per i tifosi italiani. Secondo break nel sesto game e chiusura della pratica nel settimo.

“Sto dedicando la mia vita al tennis – ha dichiarato l’altoatesino dopo la partita-. Ho sempre pensato di poter raggiungere traguardi importanti. Siamo tutti felici, domani c’è una partita importante, vediamo come va. Mi sto anche divertendo – ha aggiunto Sinner -. È un privilegio essere qua a giocare davanti a questo pubblico. C’è la pressione, ma loro mi danno un’energia positiva”. Comunque vada la finale contro Djokovic, l’impressione è che la cometa italiana non sia solo un’apparizione temporanea. È nata una stella, ma di quelle destinate a durare.

Novak Djokovic in azione nel match contro Carlos Alcaraz vinto 6-3 6-2

Novak Djokovic in azione nel match contro Carlos Alcaraz vinto 6-3 6-2 - ANSA

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