Alessandro Siani - www.robertopanucci.it
“Nella notte di Natale dalla tv vorrei dire a tutti: ricordiamoci stasera la felicità”. Con questo spirito Alessandro Siani sarà in onda domani sera, 24 dicembre, alle 21.15 su Sky e Now Tv e sempre on demand con Stasera felicità, 90 minuti di gag, battute, cortometraggi scritti dall’attore partenopeo sul tema e i sentimenti del Natale, attorniato da moltissimi ospiti fra cui Diego Abatantuono, Rossella Brescia, Alessandro Cattelan, Achille Lauro, Nek, Franco Nero, Giorgio Panariello, Nina Zilli e le attrici Nunzia Schiano e Valentina Lodovini con cui reinterpreterà una sena del film Benvenuti al Sud. Intanto il film per famiglie “Il giorno più bello del mondo”, da lui diretto e interpretato, ad oggi con oltre 6.399.618 di incassi è il film italiano più visto
dell’anno.
Siani, il genere cinematografico per famiglie è tornato vincente?
Nei miei film c’è il candore: è quasi impossibile mantenere il candore al giorno d’oggi. Io cerco di trovare un po’ di leggerezza, ma in modo educato. La chiave è l’elemento della favola. La svolta per me è stato Benvenuti al Sud, una favola divertente con una sua morale, che ha dato una boccata d’ossigeno in un periodo sociale complicato.
E portare la felicità in tv?
Un’occasione imperdibile. C’erano tante proposte da one man show, ma non avevo mai accettato. Invece questo è un esperimento in cui incontro tanti amici, una specie di “Truman show” napoletano”, in cui sarò un cow boy del Far West in omaggio a Django con Franco Nero, intonerò brani natalizi con Clementino e porterò anche un po’ di riflessione con leggerezza, seguendo i consigli di Giorgio Panariello, dati i suoi tanti show di Natale.
Un Natale che è il momento della famiglia per eccellenza.
La famiglia è un argomento importante. Ma in pochi anni è cambiata la fruizione del cinema, con le serie tv , ti fanno vedere di tutto. Il pubblico non è ingenuo. Ma nei miei film uso questi ingredienti: cercare di non essere volgare, non mettere mai una parolaccia, cercare di creare un calore e un po’ di svago dalle preoccupazioni della vita quotidiana. Non sempre ci riesco. Ma Il giorno più bello del mondo è stato venduto in molti Paesi e questo è una grande soddisfazione.
Come una soddisfazione è il suo rapporto speciale con i bambini
Quando vengono i bambini ai miei spettacoli, diventano incontri incredibili, lunghissimi, dove ripetono tutte le mie battute. E speciali sono gli incontri con i piccoli pazienti dell’Ospedale Santobono di Napoli, gemellato col Gaslini di Genova, realtà che sostengo da anni. Ogni anno, da 7 anni, faccio uno spettacolo per loro: quella sì, che è felicità.
E come era il Natale del piccolo Alessandro?
Il Natale oggi è cambiato. Nel presepe oggi non ci sono neanche più i Re Magi perché i doni a Gesù li mandano con Amazon….Invece a me bambino veniva regalato un pigiama sempre di molte taglie di più “perché così poi te lo trovi”, a mio padre le pantofole e a mio nonno ogni anno pigiami, maglie di lana e vestaglie tanto che un giorno ci disse: “Toglietemi una curiosità: ma devo festeggiare il Natale o mi devo ricoverare?”.
E oggi?
Per me il Natale in famiglia resta importantissimo, sono molto attento alla sfera privata perché è una delle pochissime occasioni per dividere le cose belle con chi ami.
Siani, ma lei sta già pensando al Natale dell’anno prossimo?
Certo. Sto preparando un film nuovo, sullo stile del Principe abusivo sempre con Chiristian De Sica.
Di gioia e condivisione si parla anche nel suo “Felicità tour” a teatro che si concluderà a marzo. Come è nato il
suo rapporto col mondo dello spettacolo?
Due insegnanti a scuola hanno cambiato il percorso della mia vita. La prima è stata la maestra delle elementari che ci disse di fare un tema su Cappuccetto Rosso ma seguendo la nostra fantasia: io iniziai a scrivere cose divertenti e il tema fece il giro della
scuola. Quello fu il mio primo tour nelle aule scolastiche. La seconda, è stato l’insegnante di religione alle superiori. Un giorno mi disse: “ Alessa’, tu entri entri a scuola quando ti scocci di marinarla: forse non hai capito il meccanismo. Ma siccome ho visto una vena artistica in te, perché non metti su una compagnia teatrale a scuola?” Così feci il mio primo spettacolo grazie a lui.
E così Siani si è inserito nella grande tradizione teatrale partenopea…
Ho un grande rispetto e per me è una grande responsabilità. I miei riferimenti sono il grande Totò, Troisi ed Eduardo: loro hanno trovato chiave per entrare nel cuore.
Napoli una città che ha anche uno strettissimo rapporto col sacro, come dimostra anche la grande tradizione del
presepe.
Napoli è la città del sacro e del profano. Da un lato c’è San Gennaro e dall’altro Maradona. Abbiamo sempre vissuto in prima persona un rapporto con i santi, ognuno ha una sua caratteristica: se hai problemi agli occhi vai da Santa Lucia, a casa nostra il medico di famiglia è san Ciro... Io nel cuore ho san Giuseppe Moscati, perché mi ricorda una delle tappe natalizie della mia famiglia. L’8 dicembre i pompieri mettevano i fiori sulla statua dell’Immacolata, al centro di piazza del Gesù, poi la mamma portava me piccolino col naso rosso dal freddo e mia sorella a salutare il dottor Giuseppe Moscati. Se ci penso mi scoppia il cuore…