La matematica non è un’opinione, ma le statistiche spesso sì. E l’Auditel comunque, una statistica lo è. Quindi il calo di ascolti della seconda serata del festival di Sanremo, pur restando su cifre molto importanti con una media di 10 milioni 367 mila, con il 46,58% di share, può essere letto come prevedibile o come un campanellino d’allarme. Perché è vero che ogni seconda serata del Festival accusa un “calo fisiologico” come dice il direttore di Rai 1 Andrea Fabiano comunque soddisfatto, ma è anomalo che la seconda serata di questo festival partito col botto, sia inferiore per spettatori a quella dell’anno scorso.
Nel 2016 gli spettatori della seconda serata furono 10 milioni 748mila con il 49,91%: un anno dopo al posto di acquisirne, se ne sono persi per strada 381mila e oltre 3 punti di share. Ed ecco quindi la corsa della Rai a rifare i conti per sottolineare che dal 2005 a oggi, solo due dati di una seconda serata del festival sono stati superiori a ieri: quello di Conti dello scorso anno (sia in termini di share che in termini di telespettatori) e quello di Fabio Fazio del 2013 (ma solo in termini di pubblico, perché lo share fu inferiore, ovvero del 42,89%). Certo, dalla presenza della De Filippi ci si aspettava di più in termini di ascolto: che la coppia di due superprofessionisti risulti troppo algida? Ricordiamo che Conti (come dimostra a teatro con Pieraccioni e Panariello) è un’ottima spalla comica.
A mancare a questo festival è il “fool”, e in molti già consigliano di assumere l’irresistibile capitan Totti che tra l’altro ha registrato il picco di ascolto, alle 21.42, con 14.340.000 spettatori. Maria, forse preoccupata, si è confrontata con la dirigenza Rai: “Se son contenti loro son contenta anche io”. Carlo Conti è pratico e ragiona in termini di trilogia: “L’importante è mantenere il trend positivo dei miei tre anni di festival. La gara va fatta con se stessi”. Nel complesso ne uscirà vincente, e già pensa alla successione: “Bonolis, Fazio sono dei fuoriclasse che hanno fatto e faranno benissimo il festival. Ma ci sono tantissimi miei coetanei, Amadeus, Frizzi, Scotti, Timperi, Giletti che hanno esperienza e professionalità per farlo”.
Unico cruccio le polemiche sui suoi compensi. “Forse dirò qualcosa a fine festival – spiega corrucciato -. Bisogna distinguere il sacro dal profano. Questo è uno spettacolo, sono solo canzonette, ma è anche una macchina che dà lavoro a moltissime persone. Il sacro, invece, sono le persone colpite dal terremoto e per me non ha senso legare le due cose”.
Pur restando su una media di 10 milioni di spettatori è anomalo che la seconda serata di questo Festival partito col botto, sia inferiore per spettatori a quella dell’anno scorso
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