La chiavica d’imbocco del canale Cavour a Chivasso - Associazione di irrigazione Ovest Sesia
La prospettiva che, a causa della siccità, il risotto possa sparire dalle nostre tavole ha creato un insolito interesse per il governo delle acque. Avviene in un anno di anniversari per chi si occupa di bonifica e di irrigazioni, attività in capo a consorzi di bonifica e alle associazioni irrigue, che sono rappresentati a livello istituzionale dall’Anbi (Associazione nazionale consorzi gestione tutela territorio e acque irrigue). Nel periodo peggiore per la risorsa idrica questo sodalizio compie cent’anni e li festeggerà al Teatro Civico di Vercelli, il 20 marzo perché nella città piemontese opera uno dei consorzi irrigui più antichi, l’Associazione di irrigazione Ovest Sesia (Aios), fondata da Camillo Benso, conte di Cavour ben 170 anni fa. Sull’acqua dialogheranno due ministri (Ambiente e Infrastrutture), i rappresentanti del governo e delle regioni, storici ed economisti. Si partirà dalla fatidica data del 3 luglio 1853, quando Vittorio Emanuele II firmò la concessione all’Associazione Ovest Sesia delle acque demaniali derivate dal fiume Dora Baltea. «Il termine bonifica – spiega oggi il presidente dell’Aios, Stefano Bondesan –viene erroneamente considerato obsoleto: invece, significa gestire l’acqua con tecnologia avanzata, misurarla, progettare bacini, studiare i cambiamenti climatici e trovare situazioni utili non solo al comparto agricolo, ma a tutti». Parole non solo celebrative. Il Piemonte, che oggi è una delle regioni più siccitose del Nord Italia, fu infatti il precursore in Europa della gestione consortile dell’acqua, che ha una forma federale e privatistica e che funziona ancora. Il suo inventore la presentò al Parlamento con queste parole: «L’esperimento che vi è proposto ed a cui prendono parte 3.500 agricoltori riuniti in associazione, voi dovete approvarlo, non solo in vista dei vantaggi economici e finanziari che esso reca, ma altresì perché è un gran fatto, un fatto nuovo, non solo in questo Paese, ma oserei dire in tutta l’Europa, attesoché questa sarebbe la più larga applicazione dello spirito di associazione che siasi finora fatta all’agricoltura. Se questo riesce, o signori, se noi giungiamo a costituire un’associazione di 3.500 agricoltori, questo esempio produrrà un immenso effetto sugli agricoltori di altre Provincie e farà sì che non sarà difficile il costituire associazioni agricole, non solo allo scopo di irrigare terreni, ma nell’intento di compiere varie imprese, le quali possono tornare a vantaggio ed utilità grandissima dell’agricoltura». Il Conte di Cavour non era solo uno dei più preparati politici del Regno. Come proprietario della tenuta agricola di Leri, aveva studiato il tema idrico e ammodernato profondamente la risicoltura delle grange vercellesi.
Un momento della costruzione del canale: lo scavo del “sottopassaggio” al torrente Elvo (opera tanto rilevante da portare anche una coppia di sposi a farsi fotografare con il cantiere sullo sfondo) - Associazione di irrigazione Ovest Sesia
Quest’area, nell’Ottocento, si presentava già come un granaio naturale di centomila ettari, ma, come ricorda la siccità, la coltivazione di seminativi e di riso in particolare è condizionata da un approvvigionamento idrico regolare. Esso fu possibile solo dopo la costruzione del canale Cavour, un’infrastruttura imponente ed una delle più perfette opere di ingegneria idraulica. Il Conte la volle per dare un futuro all’agricoltura del Regno e, come accadde per l’Italia unita, non la vide mai. Il Cavour prende le acque del Po in prossimità di Chivasso e nacque per servire insieme al canale Depretis - il territorio delimitato dai fiumi Dora Baltea, Po e Ticino (vercellese, novarese, lomellina): solo le acque del Po - allora - non diminuivano in primavera, assicurando la portata necessaria a irrigare i campi più lontani. Fu costruito in tre anni. Trasporta la risorsa idrica per oltre 82 chilometri grazie alla sola forza di gravità, cioè sfruttando le pendenze del territorio, ed è riuscito a dissetare le campagne tra Piemonte e Lombardia, fintanto che c’è stata abbastanza neve da sciogliere nel Po. La sua dotazione è incrementata dal canale sussidiario Farini, il quale prende le acque dalla Dora Baltea, che in piena estate è ricca di acque derivanti dallo scioglimento dei ghiacciai della Val d’Aosta. È indiscutibile che la nascita del canale e prima ancora quella dei consorzi irrigui siano la conseguenza degli studi di Camillo Benso, secondo il quale non sarebbe mai stato possibile realizzare un efficiente sistema per l’irrigazione senza la diretta partecipazione alla gestione delle acque da parte dello stesso agricoltore, interessato a efficientarlo; tuttavia, mancava nella legislazione dell’epoca la figura giuridica del consorzio irriguo, introdotta nel 1865, e perciò il Conte anticipò il processo, creando l’Aios, a sua volta indispensabile per costruire il grande canale con cui dare continuità, attraverso le acque del Po, all’irrigazione delle campagne occidentali. Ancora oggi l’Aios è un ente privato di diritto pubblico: si compone di 230 Tenimenti isolati, 66 Distretti irrigui autonomi, ma coordinati dall’associazione che governa le chiuse. Sarebbe impossibile lasciare la pena autonomia ai singoli utenti: un territorio irrigato vive di colature, infiltrazioni e risorgenze generate dalle acque di sommersione, che creano una profonda dipendenza tra gli appezzamenti. Anche il diritto deve sottostare alle leggi della fisica.